Incidenti-truffa, dal medico la falsa vittima: preso
Dopo i falsi testimoni, ecco le false vittime di incidenti stradali
pronte a farsi sottoporre a visite mediche, ad esibire vecchie ferite e
segni di fratture provocate in tutt’altre circostanze pur di ottenere
dalle assicurazioni il riconoscimento di un danno di maggiore entità,
che vuol dire più soldi. La selezione delle false vittime è accurata:
innanzitutto occorre trovare qualcuno disposto a cambiare identità, con
tanto di falsi documenti, per calarsi perfettamente nei panni
dell’automobilista che ha subìto un incidente e che, per avere un
risarcimento più alto, ha dichiarato danni fisici più gravi di quelli
realmente riportati. Danni che una perizia deve confutare, e allora
ecco che c’è bisogno di un sosia per età e sesso, ma soprattutto per
condizioni fisiche. Nella selezione, quindi, quello che più conta è che
il prescelto abbia avuto fratture o porti sul corpo segni evidenti di
cicatrici e ferite tali da poterle attribuire all’incidente per il
quale si chiede un risarcimento alle assicurazioni. Il nuovo fenomeno,
ramificato nel terreno delle cause in materia di incidentistica
stradale, è al centro di un’indagine appena avviata dalla polizia, dopo
l’arresto di una finta vittima nello studio medico di un perito
assicurativo. È accaduto l’altro pomeriggio al Centro direzionale. Poco
dopo le 17 nel centro di un medico legale, specializzato in medicina
delle assicurazioni, si presenta un 42enne spacciandosi per E. C.,
l’automobilista che il 19 settembre scorso aveva avuto un incidente
stradale per il quale aveva chiesto i danni ad una nota compagnia
assicurativa. L’uomo deve sottoporsi alla visita dello specialista che
avrebbe dovuto poi stilare, per conto dell’assicurazione, la perizia
sull’entità del danno fisico patito. Ma in sala d’attesa la segretaria
del medico nota l’atteggiamento ambiguo del paziente, c’è qualcosa di
strano anche nel documento esibito dall’uomo. Si chiama la polizia. Sul
posto arrivano tempestivamente gli agenti del commissariato
Vasto-Arenaccia, guidati dal vicequestore Pasquale Trocino. L’uomo
tenta la fuga uscendo dallo studio e correndo verso le scale, ma viene
inseguito e fermato. Si scopre la sua vera identità: è Raffaele Aprea,
napoletano di 42 anni, incensurato. Prova a giustificarsi dando agli
agenti false generalità ma è un tentativo inutile. Finisce in manette
ed è in stato di fermo con le accuse di sostituzione di persona, false
dichiarazioni a pubblico ufficiale e ricettazione della carta
d’identità. Il documento, con i dati anagrafici alterati, risulta
rubato. La finta vittima ha segni di vecchie fratture, probabilmente
per questo era stato scelto per sottoporsi alla visita medica. Del
resto, un danno permanente richiede un risarcimento di diverse migliaia
di euro. Sulla vicenda ora ci sono indagini in corso. Si cerca di
ricostruire i passaggi a monte dello scambio di persona. Ma c’è un
sospetto inquietante che spinge gli investigatori a scavare a fondo nel
torbido ambiente delle cause per sinistri stradali, ipotizzando
l’esistenza di una rete di false vittime e complicità diffuse che hanno
come scopo quello di lucrare sui risarcimenti pagati dalle compagnie
assicurative. In questo caso, l’arresto del 42enne al Centro
direzionale rappresenterebbe una goccia nel mare di irregolarità
commesse per intascare i soldi dei risarcimenti in una città, come
Napoli, che continua ad essere al primo posto per numero di cause in
materia di incidenti stradali.