Infiltrazioni in casa: il condominio risarcisce il danno non patrimoniale
Il condominio deve risarcire il danno non patrimoniale subito dalla proprietaria di un immobile che per ben 5 anni aveva subito infiltrazioni d’acqua piovana, causa il mancato rifacimento del tetto. A stabilirlo è il Tribunale di Firenze (sentenza 147/11) che ha accolto la domanda di risarcimento. Ci sono voluti anni prima che il condominio decidesse di eseguire i lavori di rifacimento del tetto (parte comune ai sensi dell’art. 1117 codice civile), nonostante le innumerevoli diffide inoltrate dalla donna all’amministratore e agli altri condomini. Anche i tecnici nominati dallo stesso Condominio nel corso degli anni avevano concordato che fossero necessari lavori di riparazione di carattere definitivo. Questo, per il Tribunale, è un elemento decisivo per affermare la responsabilità del Condominio convenuto per l’omessa riparazione del tetto tanto da condannarlo a risarcire i danni cagionati all’attrice. Non è stato riconosciuto nessun pregiudizio sotto il profilo del diritto alla salute (c.d. danno biologico), in quanto la signora non ha offerto alcuna prova di un qualche pregiudizio alla propria integrità psicofisica. Né sono risarcibili i disagi consistenti nell’aver qualche volta la donna rifiutato inviti a cena o al cinema perché costretta a restare a casa per verificare l’andamento delle infiltrazioni. Invece, va riconosciuta – a detta del giudice toscano – la risarcibilità del danno non patrimoniale per violazione del diritto di proprietà, rientrante nella categoria dei diritti fondamentali inerenti alla persona, tutelato alla stregua di un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito, le cui restrizioni devono soggiacere al giusto equilibrio tra interesse generale e interesse privato.