Inflazione frena ma il carrello della spesa è sempre più vuoto
Il tasso d’inflazione annuo a novembre frena lievemente,
passando al 3,3% dal 3,4% di ottobre. Lo rileva l’Istat, confermando le stime
preliminari. Su base mensile i prezzi al consumo hanno segnato un calo,
scendendo dello 0,1%, come non accadeva dal settembre del 2010.
A novembre, spiegano i tecnici dell’Istat, l’effetto dell’aumento dell’aliquota
per l’Iva ordinaria, passata dal 20 al 21%, resta ma in forma più contenuta a
confronto con ottobre. L’inflazione acquisita per il 2011 si stabilizza al
2,7%, mentre quella di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli
alimentari freschi, scende al 2,4% dal 2,5% di ottobre.
A novembre il carrello della spesa,
il raggruppamento dei prodotti acquistati con più frequenza (dal cibo ai
carburanti) registra un aumento annuo del 4,2%, superiore a quello di ottobre
(4,1%) e all’inflazione di novembre (+3,3%). E’ il rialzo maggiore dall’ottobre
del 2008.
I prodotti alimentari e le bevande analcoliche hanno registrato un forte
rincaro, con i prezzi saliti su base mensile dello 0,7% e in termini tendenziali
del 3,1%. L’Istituto di statistica sottolinea che si tratta del rialzo annuo più
forte dal febbraio del 2009.
E il prezzo della benzina, pur
continuando a segnare aumenti annui a doppia cifra, ha leggermente rallentato
la sua corsa, fermandosi al +16,6% (era +17,8% a ottobre) mentre su base
mensile ha segnato un aumento dello 0,2%.
“I dati rilevati dall’Istat parlano chiaro – afferma il
presidente di Noi Consumatori, l’avvocato Angelo Pisani -. Gli aumenti eccessivi su generi alimentari e
benzina hanno e continuano tuttora a causare una forte riduzione del potere d’acquisto
e dei consumi. Saranno in pochi oramai quelli che potranno festeggiare il
Natale come gli altri anni. Tanti invece saranno coloro che rimpiangeranno i
Natali passati. Il carrello della spesa è sempre più vuoto mentre l’inflazione
aumenta continuamente a danno del portafogli dei consumatori costretti,
soprattutto per l’acquisto dei beni di prima necessità, a dover fare la spesa in
base al risparmio e non alla qualità dei prodotti. E questo può rilevarsi molto pericoloso a causa delle contraffazioni”.