Inflazione: mai così alta dal 1968!
Il tasso di inflazione è sceso a maggio
allo 0,9%, dall’1,2% di aprile. E’ il livello più basso dal novembre
del 1968, quando si attestò allo 0,7%. Lo conferma l’Istat in base ai dati definitivi, precisando che su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,2%.
Prezzi freddi nel carrello della spesa. A maggio il asso di
inflazione per i prodotti «ad alta frequenza di acquisto» (alimentari,
bevande, tabacchi, carburanti, beni per la casa, giornali ecc…) è
sceso allo 0,6%, quasi dimezzato rispetto all’1,1% di aprile. Per i
prodotti « a media frequenza di acquisto» (tra gli altri
abbigliamento, tariffe elettriche, medicine, alberghi, trasporti
stradali, ferroviari e aerei) l’inflazione si è invece attestata allo
0,9% contro l’1,2% di aprile. Per i beni a «bassa frequenza»
(elettrodomestici, auto, tv, computer ecc…) si è invece registrata una lieve accelerazione dall’1,3% di aprile all’1,4 di maggio.
Draghi. Fin da subito si dovrebbe «cominciare a considerare le
strategie di uscita alla recessione». L’invito arriva dal governatore
della Banca d’Italia e presidente del Financial stability board,
Mario Draghi, intervenuto oggi a un convegno a Berlino. Tra le misure
invocate dal governatore da mettere in cantiere «l’uscita da politiche
di bilancio eccessivamente espansionistiche per gestire la riduzione
del debito pubblico e l’uscita dall’attuale orientamento delle
politiche monetarie per mantenere l’ancoraggio delle aspettative di
inflazione».
Secondo il governatore, le radici della crisi vanno cercate nelle «gravi carenze di regolamentazione».
«Molte delle lezioni che stiamo apprendendo dalla crisi dipendono dalla
nostra opinione circa la sua origine». Draghi fornisce tre esempi di
carenze di normativa che avevano il potenziale di generare rischi
sistemici: «Gli incentivi forniti dai requisiti di capitale e dagli
standard contabili per l’attività di cartolarizzazione fuori bilancio;
la rimozione nel 2004 del limite sul leverage per le banche di
investimento; e la possibilità per gli enti con rating a tripla A di
sottoscrivere Credit Default Swap senza costituire alcun collaterale».