Influenza A, a Napoli il 51% dei casi campani
Napoli è la capitale dell’influenza A in
Campania. In città si concentra il 51,7 per cento dei contagiati di
tutta la regione. La dottoressa Rosanna Ortolani – infettivologa
dell’Asl Napoli 1 – aggiorna in continuazione le segnalazioni che
arrivano dal Cotugno, l’unico presidio ospedaliero dove ci si può
recare se si ha il sospetto di avere contratto la nuova influenza.
«Siamo nella fase pre-epidemica – spiega la Ortolani – ce lo
aspettavamo ma siamo convinti che se la campagna per la vaccinazione
partirà entro la metà di ottobre ci sia la possibilità di contenere
l’epidemia e quindi evitare che accada da noi quello che è successo per
esempio in Inghilterra». C’è l’allerta dell’Asl – dunque – ma rimane il
consiglio e l’invito a non farsi prendere dalla psicosi. Che non tutti
accolgono perché la realtà è che nelle scuole il problema c’è ed è già
emergenza con aule vuote e genitori afflitti dall’ansia.
A Napoli i contagiati sono complessivamente 73, di cui 15 sono
studenti. Coinvolte una decina di scuole dove molti banchi sono rimasti
vuoti: «Abbiamo consigliato, come prevede la direttiva – conclude
l’infettivologa – l’isolamento domiciliare volontario per sette giorni
ai compagni di classe». Psicosi, allerta, in una parola paura. Ma come
stanno veramente le cose? Restiamo a Napoli, appunto la città più
colpita della Campania, perché i numeri offrono sempre la migliore
spiegazione.
Dal Cotugno sono arrivate 379 segnalazioni, i casi accertati sono 73,
quelli esclusi 66 e 240 restano sotto osservazione. In 13 sono
ricoverati nella struttura situata ai piedi della collina dei
Camaldoli. E non segnalano al momento casi di particolare gravità.
Sostanzialmente fino a una settimana fa – quando la scuola non era
ancora cominciata – dell’influenza A si erano perse le tracce e non
c’era la psicosi. Sette giorni dopo, ad aule aperte, lo scenario è
radicalmente cambiato.
Alla scuola media Belvedere dove si è registrato il contagio – per
esempio – ieri gli alunni della terza M, classe della ragazzina che ha
contratto il virus è rimasta vuota. Il preside della Belvedere Gaetano
Fossataro cerca di gettare acqua sul fuoco della paura: «Non ci sono
altri casi accertati di contagio o di ragazzi che sono stati portati a
effettuare controlli – spiega – i medici hanno dato alla nostra allieva
una prognosi di cinque giorni, ma la madre preferisce tenerla a casa
due giorni in più, in via precauzionale. Le condizioni però sono buone
e ieri mattina aveva solo 37 di febbre».
Tutto quasi regolare al Suor Orsola Benincasa, dove la gran parte dei
ragazzi è tornata tra i banchi malgrado i 4 contagiati registrati
nell’istituto. Nella IV classe del liceo linguistico e nella II del
classico, che seguono in via sperimentale alcune lezioni insieme,
presenti 19 studenti su 30. Qui si erano registrati i primi due casi di
influenza A; il terzo, invece, nella V del liceo artistico, dove sono
presenti 17 alunni su 28. «Le assenze di oggi si basano soprattutto su
un fatto emotivo» la spiegazione del preside Lucio d’Alessandro.
Questa la situazione a Napoli dove emergono le maggiori criticità. Nel
resto della Campania – tuttavia – non è che ci sia comunque tanta
tranquillità anche se il contagio e di conseguenza la psicosi è meno
pesante. Ecluso il capoluogo le segnalazioni sono 396, con 141 casi
accertati di contagio 98 sotto osservazioni e 157 esclusi.
Percentualmente nelle altre quattro province della Campania si
concentra il 49,3 per cento dei casi e sei ospedalizzazioni contro le
13 di Napoli.