Influenza A, a scuola nuove regole: amuchina a portata di mano, festeggiamenti solo con cibi confezionati e divieto di scambiarsi penne, matite e quant’altro
Un decalogo fai da te, un passaparola fra dirigenti scolastici per
ridurre al minimo il rischio contagio. In attesa di disposizioni
formali dal Comune e soprattutto dall’Ufficio scolastico regionale, gli
insegnanti hanno accolto gli alunni nelle aule dettando regole su come
minimizzare il più possibile il rischio di contagio da influenza A.
Cambia – nella sostanza – il modo di socializzare degli alunni. Per
esempio alla Angiulli, la scuola elementare della Sanità i cui bambini
sono stati ospiti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al
Quirinale, hanno ricevuto delle indicazioni precise dal preside Emma
Valenza. Un dirigente scolastico di frontiera: «Arriveranno presto
delle direttive – spiega la Valenza – e anche il materiale divulgativo
per fare sì che tutti sappiano come comportarsi per evitare i contagi.
Nessun allarmismo dunque e buon anno scolastico a tutti». Fra le norme
dettate ieri proprio alla Angiulli ce n’è una molto significativa.
I
festeggiamenti che spesso capitano nelle classi, compleanni e
onomastici, verranno santificati solamente con cibi confezionati. E
ancora: matite e penne assolutamente personalizzate e da non
scambiarsi, evitare la promiscuità fra le classi il più possibile. E
poi la dotazione di amuchina – un disinfettante molto potente – a
ciascun alunno. «Lavarsi le mani spesso – conclude la Valenza – è
importantissimo». Il decalogo, che ciascuna scuola ha declinato a
seconda delle proprie necessità, è stato letto agli alunni e ai
genitori nel tentativo di sensibilizzare il più possibile tutti sulla
questione del contagio da influenza A. Insomma il primo giorno di
scuola è trascorso fra la gioia dell’inizio e le preoccupazioni per il
contagio. Sentimenti comuni ad alcune mamme di una delle scuole
primarie del quartiere Secondigliano, dove abitava l’uomo morto per le
conseguenze dell’influenza. Alcune sono dell’idea che i loro bambini
andranno vaccinati, altre chiederanno consiglio a medici di base e
pediatri. Nessuna però, ha pensato di tenerli a casa per evitare un
eventuale contagio. «Non possiamo certo chiuderli in casa – dice Simona
E. 34 anni, madre di due bambini Luigi, 7 anni, e Nicola, 9 anni, che
frequentano una delle scuole del quartiere – mi sono raccomandata di
non mettere niente in bocca e di lavarsi le mani. Non credo, però, che
ci siano rischi e in ogni caso l’influenza suina può essere contratta
in maniera anche leggera. Comunque spero che non succeda niente». I
suoi bambini frequentano la seconda e la quarta elementare nella stessa
scuola in via dello Stelvio. Ritrovano amici e compagni di scuola.
«Sono bambini e un po’ di febbre un genitore deve anche metterla in
conto – spiega Rosaria, 40 anni – Ogni anno vaccino mia figlia, anche
stavolta vorrei che lo facesse, ma chiederò consiglio al mio medico».
Il problema, sottolineano alcune mamme, è che «ancora non si è capito
né come si farà il piano dei vaccini né se è davvero pericolosa
l’influenza come hanno detto all’inizio». Il tema delle informazioni
precise è molto sentito: «Chi dice una cosa, chi un’altra – racconta
Nunzia, mamma di Vincenzo, 10 anni, pronto per la quinta elementare –
il pediatra mi ha rassicurato escludendo la pericolosità
dell’influenza, ma quello che mi preoccupa sono le complicazioni che
possono derivare».