Influenza A causata in laboratorio da errore umano: è la tesi di Gibbs
Potrebbe essere stato un errore umano a
far nascere in laboratorio il virus della nuova influenza. E’ la tesi
di un ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei “padri”
dell’antivirale oseltamivir, in un articolo che ha inviato
all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l’imminente pubblicazione.
Un’ipotesi,
a quanto si apprende, sulla quale l’Oms sta indagando e si sta
confrontando in questi giorni con gli esperti internazionali di
virologia umana e animale. Hanno ricevuto copia dell’articolo anche gli
esperti internazionali della Fao e dell’Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie).
Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali
da far supporre che sia stato coltivato nelle uova. Queste ultime sono
largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per
coltivare i vaccini. In passato, nel 1977, un virus influenzale del
tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un
laboratorio in Russia.
La virologa: non è bioterrorismo. Che
il virus della nuova influenza A/H1N1 sia nato per errore in un
laboratorio è al momento «un’ipotesi non sostenuta da dati
sufficienti», intanto però gli esperti sono concordi nel dire
«manipolazione non vuol dire bioterrorismo». La virologa Ilaria Capua,
direttrice del Centro di riferimento della Fao e dell’Oie per l’aviaria
presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, è fra gli
esperti internazionali interpellati in questi giorni
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), «Preavvertita
dell’uscita dell’articolo di Adrian Gibbs, l’Oms ci ha radunato in una
teleconferenza – ha detto Capua all’Ansa – e ieri abbiamo prodotto un
dossier nel quale, anche partendo da punti di osservazione diversi,
giungiamo alla conclusione che comunque manipolazione non vuol dire
bioterrorismo». Vale a dire che, nel caso remoto in cui fosse
confermata l’ipotesi secondo la quale il virus sarebbe stato coltivato
in sistemi di laboratorio, potrebbe essersi trattato di un virus che si
voleva utilizzare come vaccino per gli animali e che per questo ha
fatto più passaggi in laboratorio. «In ogni caso – ha osservato – tutti
gli esperti interpellati si sono mostrati concordi nel dire che non c’è
un insieme di dati sufficienti per sostenere l’ipotesi che il virus
della nuova influenza sia nato in laboratorio». Questa resta quindi una
teoria come ce ne sono molte altre. La più probabile è che il virus si
sia generato in natura come tutti i virus influenzali. Comunque
l’attenzione degli esperti resta alta. E per capirne di più, si stanno
invitando i virologi a immettere nuovi dati nella Gisaid (The Global Initiative on Sharing All Influenza Data),
la banca dati pubblica voluta dalla stessa Capua e che ha permesso in
un tempo brevissimo di ricostruire sia la mappa genetica del virus
A/H1N1, sia di identificare i farmaci antivirali ai quali è sensibile.
Secondo caso in CIna.
Un secondo caso di nuova influenza è stato scoperto in Cina. Lo
affermano i mezzi d’informazione cinesi. Il paziente, uno studente di
19 anni appena rientrato dal Canada, è stato definito un «sospetto
positivo» dalle autorità sanitarie della provincia dello Shandong, dove
è ricoverato in un reparto speciale dell’ospedale di Jinan, la capitale
provinciale. Il primo caso si è verificato nella provincia del Sichuan.
In precedenza, un paziente era risultato positivo al virus della nuova
influenza ad Hong Kong, una Speciale regione amministrativa della Cina
che gestisce in modo indipendente il suo servizio sanitario.
Primi casi sospetti in Turchia. Primi
due casi sospetti di nuova influenza in Turchia: si tratta di un
cittadino coreano sbarcato ieri pomeriggio all’aeroporto di Istanbul da
un velivolo dell’Air France proveniente da Parigi e di una donna turca
con cittadinanza Usa arrivata una settimana fa da New York. Il primo
caso è reso noto dal quotidiano Yeni Safak mentre il secondo dal
giornale Vatan. Il cittadino coreano è stato individuato dai sanitari
dell’aeroscalo quando è passato davanti ad una telecamera termica e la
sua temperatura corporea è risultata di quasi 39 gradi centigradi.
L’uomo è stato posto in quarantena nell’ospedale Haseki della metropoli
turca per essere sottoposto ad accertamenti medici. Nello stesso
ospedale è ricoverata anche la donna. Secondo i primi risultati dei
controlli effettuati su di lei, precisa Vatan, non sarebbe stato
trovato il virus H1N1 ma la donna resta in osservazione. Frattanto, per
evitare l’insorgenza di un’epidemia, il ministero della salute turco ha
deciso ieri di dotare di telecamere termiche – oltre a porti ed
aeroporti con arrivi internazionali – anche sei posti di frontiera. Le
telecamere – come riferisce sempre Yeni Safak – saranno installate
entro una settimana agli ingressi di confine di Kapikule (Bulgaria),
Habur(Iraq), Cilvegozu (Siria), Sarp (Georgia), Gurbulak (Iran) e
Ipsala (Grecia).
I casi. Il Centro europeo per la
prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha oggi reso noto che
nell’Unione Europea, più la Norvegia e la Svizzera, sono già stati
confermati 217 casi di nuova influenza, mentre nel mondo i casi sono
almeno 5.718. Per quanto riguarda i dati europei, al momento questo è
il quadro epidemiologico: 100 casi in Spagna, 68 nel Regno Unito, 13 in
Francia, 12 in Germania, nove in Italia, tre in Olanda, due in
Norvegia, due in Svezia, e uno rispettivamente in Austria, Danimarca,
Irlanda, Polonia, Portogallo e Svizzera.
Annullata tournee calcio femminile.
La Federcalcio giapponese (Jfa) ha annullato una tournee della
Nazionale femminile in Nordamerica a causa dell’epidemia di nuova
influenza. La Jfa ha detto oggi alla Reuters di aver rinunciato alle
amichevoli contro Stati Uniti e Canada in programma nella seconda metà
del mese e di averne dato comunicazione alle competenti autorità dei
due Paesi. È il primo viaggio all’estero annullato dalla Federcalcio
giapponese a causa dei timori per il contagio da virus A/H5N1. La
Nazionale femminile giapponese avrebbe dovuto giocare in Texas il 20
maggio e cinque giorni più tardi a Toronto.