Influenza A, chiusura mirata delle scuole ed istituti se necessario
Influenza A, chiusura mirata delle scuole. Ovvero, niente lezioni in quegli istituti o in quelle classi in cui si dovessero riscontrare almeno tre casi accertati. Lo annuncia il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio,alla conferenza stampa dopo la riunione al ministero del Welfare dell’Unità di crisi sul virus. Il picco è atteso tra Natale e Capodanno, tra il 18 dicembre e il 18 gennaio: colpirà, si prevede, tra un milione e mezzo e tre milioni di italiani (per 15 giorni di malattia). Ma contro l’emergenza sono già in programma a Bruxelles una raffica di summit straordinari internazionali. Il mondo è in allerta, ma «la pandemia – assicura Fazio – non è grave: il virus è un mese più lento del previsto». Snocciola poi, i dati: i casi certificati in Italia sono a quota 2mila, quelli sospetti a oltre 5mila. Niente panico, però. La situazione è sotto controllo. E Fazio rassicura l’Italia: «Stando alle stime dell’Istituto superiore di Sanità la vaccinazione prevista dovrebbe eradicare la pandemia entro l’aprile 2010». Scuole chiuse. Una misura, al momento, non prevista. Ma, afferma Fazio, l’eventuale interruzione delle lezioni «non sarà generalizzata, ma mirata» e «temporanea». Potrebbe, allora, interessare anche «singole classi o singoli istituti, a seconda dei casi» di certo le chiusure selettive saranno «disciplinate in base a regole ben definite». Verrà incaricata un’apposita commissione formata anche da rappresentanti del ministero dell’Istruzione per gestire e decidere «qual è la catena di comando – spiega Fazio – cioè chi farà l’ordinanza di chiusura, ma che stabilirà anche quale è il tetto in termini di numero di casi oltre il quale provvedere alla chiusura». Il piano. Sono ben quattro i tavoli già al lavoro per contrastare un’eventuale pandemia autunnale. Oltre a quello sulla scuola, c’è un’altra commissione impegnata sui farmaci antivirali, una terza con i medici di famiglia e con rappresentanti delle regioni, un quarto tavolo è al lavoro sulla polmonite per monitorare terapie intensive ed eventuali carenze di macchinari o strutture. Si sta anche valutando «l’ipotesi – spiega il viceministro – di creare delle linee guida per i responsabili sanitari in modo che riescano a riconoscere quei casi legati al virus che si trasformano in polmonite». L’offensiva è pronta, ma resta sempre la stessa linea: «Gli italiani devono rivolgersi al medico, non comprare il Tamiflu – sottolinea Fazio – temiamo che un suo uso incontrollato possa innescare un’inutile resistenza del virus». Il vaccino. Sarà disponibile entro il 15 novembre, forse anche prima. Ma è certo che «il governo pagherà il vaccino dell’influenza A» afferma Fazio e sgombra così subito il campo dalla polemica con le Regioni, nell’aria da qualche giorno. «Secondo il piano vaccinale messo a punto dal ministero della Salute, i vaccini saranno a carico delle strutture pubbliche» spiega il viceministro e precisa che «è stato firmato un accordo quadro con i medici di famiglia e i pediatri grazie al quale potranno collaborare al piano vaccinale su richiesta delle Regioni: il loro coinvolgimento non sarà solo sui vaccini, ma anche sul trattamento e sul riconoscimento del virus». Il piano di vaccinazione, in due fasi, riguarderà il 40 per cento della popolazione: cioè, quasi 24 milioni di italiani. Discorso a parte per donne incinte, bambini e ragazzi fino a 18 anni in quanto «i test sono ancora incompleti – spiega Fazio – chiederemo un parere al Consiglio superiore di sanità su questo aspetto e anche sulla co-vaccinazione» per immunizzarsi, oltre che dal virus H1N1, anche dall’influenza stagionale. Vertice Ue. Riunione straordinaria dei ministri della sanità dell’Ue a Bruxelles il 12 ottobre per una verifica a 360 gradi su pandemia, disponibilità e distribuzione dei vaccini nell’Ue. Ma già a metà settembre la commissaria Ue alla salute Androulla Vassiliou presenterà al Parlamento europeo la strategia contro la pandemia autunnale mentre l’11 settembre è convocata una riunione internazionale di politici e di esperti: un G7 più il Messico e l’Oms. La polemica. Alza gli scudi l’opposizione. «Un piano incompleto rispetto ai potenziali rischi che correremo» per il senatore del Pd, Ignazio Marino. E Livia Turco, ex ministro alla Sanità del Pd, chiede al governo di riferire in Parlamento con «più chiarezza: il susseguirsi di allarme e rassicurazione hanno generato incertezza sul reale stato di gravità della pandemia». |
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