Influenza A: pandemia quasi al 100%
La pandemia di febbre suina si avvicina a una propagazione totale:
almeno 160 Paesi o territori su un totale di 193 membri
dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno infatti confermato
casi. “Ci stiamo avvicinando al 100%”, ha comunicato a Ginevra il
portavoce dell’Oms, Gregory Hartl. Finora il virus ha ucciso circa 800
persone, ma il suo comportamento al momento non è mutato.
alla fine di marzo. L’Oms ha dichiarato lo stato di pandemia l’11
giugno scorso. E ora, aggiunge il portavoce, non ha cambiato andamento
ma “osserviamo una diffusione geografica” sostenuta.
Quanto al
vaccino, Hartl riferisce che le prime dosi dovrebbero essere
disponibili nell’emisfero settentrionale, il nostro, in autunno. L’Oms
ha ottenuto finora da due case farmaceutiche la promessa di 150 milioni
di dosi per i Paesi in via di sviluppo e sta negoziando con altre case
farmaceutiche la produzione per ulteriori dosi per i Paesi meno
sviluppati.
Ad allarmare i medici, infatti, sono soprattutto le
ripercussioni che la malattia potrebbe avere sul Terzo mondo. “Questa
diffusione così ampia – spiega Fabrizio Pregliasco, virologo
dell’università di Milano – era attesa, perché l’H1N1 è un virus che si
diffonde rapidamente. E’ importante che malgrado la diffusione
galoppante il virus rimanga uguale a se stesso, e quindi rimanga
piuttosto blando e facilmente guaribile. Il problema sono i Paesi in
via di sviluppo: se, come sembra, vengono colpiti tutti, c’è il timore
di un vero allarme sanitario perché lì le persone hanno molta meno
facilità di accesso alle cure e alle terapie, e la mortalità rischia di
essere molto più alta che nei Paesi occidentali”. I rischi, insomma,
sono molto diversi a seconda che si abiti nel Nord o nel Sud del mondo.
“Da noi – aggiunge il virologo – la preoccupazione maggiore è per i
costi sociali della pandemia, i cosiddetti costi indiretti”.