Influenza A: salgono a 50 i ragazzi italiani sospettati di contagio nel college inglese
Sono saliti a 50 gli studenti italiani in college inglesi
per cui si sospetta il contagio da nuova influenza. Stanno tutti bene,
avvertono dal consolato, ma l’allarme delle famiglie cresce soprattutto
per quanti hanno in programma partenze dei propri figli nelle prossime
settimane. Intanto le vittime in Inghilterra sono salite a 29, mentre
tra i contagiati sembra esserci anche la moglie dell’ex premier Tony
Blair.
50 studenti, anche gruppo romano. La Console d’Italia a Londra
Paola Cogliandro dichiara all’Ansa: «Da martedì sera abbiamo ricevuto
una seria di segnalazioni di casi sospetti e finora sono circa 50 tra
questi che si crede abbiano avuto la nuova influenza». Si tratta di
ragazzi, tutti tra i 12 e i 17 anni, che si trovano in istituti di
Londra, Oxford, Birmingham e Norwich. In particolare un gruppo
proveniente da Peschiera Borromeo (Milano) è al momento in un college a
Londra, mentre un altro di San Benedetto di Montagnano (Pordenone) si
trova a Norwich, nel nord dell’Inghilterra, e un gruppo proveniente da
Roma è invece ad Oxford.
Applicato protocollo. «Sono stati tutti sottoposti alla
procedura adottata dall’autorità sanitaria britannica – ha precisato la
console – che prevede, in seguito al riscontro di sintomi, la
somministrazione di tamiflu per una terapia che dura cinque giorni». È
il protocollo standard che è in vigore in Gran Bretagna e che indica di
non recarsi in ospedale, aspetto molto importante in quanto questa
influenza può essere pericolosa per le persone già malate, di
conseguenza è importante non esporre a rischi di contagio i degenti in
ospedali».
Ansia per prossime partenze. Il Consolato italiano a Londra
continua comunque a ricevere moltissime telefonate dall’Italia con
richiesta di informazioni: ‘Non dai genitori dei ragazzi che si trovano
già qui e che sono stati rassicurati, anche dagli stessi figli che
stanno bene, ma da chi aveva magari previsto un soggiorno nel Paese per
le prossime settimane. Noi diamo le indicazioni contenute nel
protocollo dell’autorità sanitaria nazionale e consigliamo di
consultare il sito della Farnesina viaggiare sicuri.
10 casi in Emilia Romagna. Altri dieci casi in Emilia-Romagna,
la metà dei quali sono adolescenti parmensi di 11 e 12 anni rientrati
da un viaggio studio in Irlanda. I casi dei cinque ragazzi, confermati
ieri dal laboratorio dell’Istituto di igiene dell’Università di Parma,
si aggiungono ad altri già manifestati a Dublino, mentre per altri
ragazzi sono in corso accertamenti. In particolare, l’Asl di Parma è
impegnata a rintracciare le famiglie di tutti i componenti della
comitiva, che sono residenti in varie località della provincia, per
verificarne lo stato di salute. La stessa Azienda ha, inoltre, messo a
disposizione un numero di telefono (0521-396479 dalle 8 alle 17.30 e
328-4961739 sabato e domenica) che i familiari degli studenti possono
usare per chiedere informazioni o comunicare le condizioni di salute in
famiglia. Gli altri cinque casi diagnosticati ieri riguardano: una
donna piacentina di 48 anni, un uomo di 52 anni residente nel
Ravennate, un ragazzo di 16 anni di Cesena (tutti e tre appena
rientrati dall’Inghilterra), un americano appena arrivato a Ravenna, un
ragazzino di 11 anni della provincia di Parma che era stato a
Formentera (Spagna). Nessuno dei casi confermati desta preoccupazioni e
al momento l’influenza si è manifestata con una sintomatologia lieve:
solo tre casi diagnosticati finora hanno avuto complicanze
bronco-polmonari, che comunque si sono risolte positivamente.
Primo caso in Alto Adige. Si registra anche in Alto Adige il
primo caso di nuova influenza: un giovane altoatesino, dopo una vacanza
in Spagna, si è presentato all’ospedale di Bolzano con qualche linea di
febbre, per sottoporsi agli esami clinici che permettono di individuare
il nuovo virus influenzale. Trattandosi del primo caso in provincia di
Bolzano, spiega il primario del reparto malattie infettive, Peter Mian,
è stato trattato in regime di ricovero. Il ragazzo, però, non è mai
stato veramente male ed è già stato dimesso.
Salgono 29 le vittime in Gb. Sono salite a 29 le vittime
di nuova influenza in Gran Bretagna. Lo riferisce un portavoce del
ministero della Sanità a Londra: 26 morti si registrano in Inghilterra
e 3 in Scozia. Fino a ieri si segnalavano nel Paese 18 morti tra le
persone che avevano contratto il virus H1N1. L’ultima vittima è una
turista, deceduta in ospedale in Scozia ieri sera. La donna aveva
precedenti problemi di salute ed era stata ricoverata oltre tre
settimane fa al Raigmore Hospital di Inverness. È la terza persona
colpita dalla nuova influenza morta in Scozia.
Contagio per la moglie di Blair. E sembra che tra le vittime
“eccellenti” del virsu ci sia anche Cherie Blair, la consorte dell’ex
premier Gb. Non è chiaro, inoltre, se il marito o uno dei quattro figli
abbiano contratto a loro volta il virus. Lo rivela il sito della Bbc,
secondo cui la moglie del precedente inquilino di Downing Street
avrebbe disertato la cerimonia di consegna di una laurea honoris causa,
riconosciutale dall’ateneo di Liverpool Hope per il suo impegno sul
fronte dei diritti umanitari, perchè alle prese col virus che sta
generando panico nell’intero pianeta, in particolare in Inghilterra.
L’aumento dei casi in Gran Bretagna è stato del 50% nell’arco di appena una settimana.
Vaccinare contro la nuova influenza H1N1 il 40% della popolazione.
È questo, per il momento, l’obiettivo del governo, ha detto all’Ansa il
viceministro del Welfare, Ferruccio Fazio. «L’obiettivo del 40% è
relativo alle previsioni attuali sulla nuova influenza, ma questa
percentuale potrà essere modulata più avanti nel tempo», ha spiegato.
Se in Europa la Francia punta a vaccinare il 100% della popolazione e
la Gran Bretagna il 70%, l’Italia considera opportuno l’obiettivo del
40%, insieme a Spagna e Germania. «Siamo allineati sulla base delle
previsioni, che si basano – rileva il viceministro – sulla non gravità
del virus. Siamo naturalmente pronti a modifiche, ma al momento non
siamo preoccupati perchè attualmente non si ritiene probabile che il
virus possa diventare più aggressivo prima di un anno. In questa
eventualità, abbiamo quindi tutto il tempo per prepararci». Secondo
Fazio «non bisogna lasciarsi influenzare dall’idea che le scorte di
vaccino possano ridursi rapidamente».