Influenza suina, dopo la paura i vaccini in Africa
TORINO
Partito. L’Organizzazione mondiale della Sanità non ha
ancora dichiarato ufficialmente superata la «fase 6» della pandemia da
Influenza A/H1N1, ma in Italia il viaggio al contrario dei vaccini è
già cominciato. Centinaia di migliaia di fiale non utilizzate stanno
tornando a Roma, e da Roma – in parte – ripartiranno verso Paesi dove
l’allarme non è affatto rientrato e i focolai sono ancora una minaccia,
Africa compresa. Paesi che hanno chiesto aiuto all’Oms. Soltanto poche
migliaia di dosi saranno conservate dal ministero e dalle Regioni per
un eventuale improvviso nuovo allarme da virus mutato.
Un
flop. Il verdetto è nei numeri: il timore è stato sproporzionato. A
fronte di 10 milioni di dosi di vaccino distribuite in Italia, sono
state meno di 900 mila le persone vaccinate al 31 gennaio scorso,
quando la pandemia è definitivamente sparita dalle paure degli
italiani.
Le Regioni hanno segnalato al ministero circa mille
ricoveri e 228 vittime. Ma diverse Asl stanno comunicando la
disponibilità alla restituzione di addirittura più della metà dei
vaccini acquistati per fronteggiare l’allarme pandemia. I nuovi casi di
malattia, dall’1 al 7 febbraio scorso, sono stati 114 mila, che portano
il bilancio totale a 4 milioni e mezzo di contagi dal 19 ottobre,
quand’è iniziata la sorveglianza Influnet. In Lombardia sono state
somministrate però solo il 10 per cento delle dosi. In Piemonte, le 700
mila fiale avanzate vengono in questi giorni stoccate in una cella
frigo del servizio farmaceutico dell’Asl To3 a Roletto, nel Pinerolese,
a pochi chilometri da Torino: «Saranno mantenute qui a una temperatura
tra i 4 e gli 8 gradi finché il ministero invierà la Croce Rossa a
ritirarle – spiega la dottoressa Antonella Barale, responsabile delle
attività vaccinali della Regione -: in Piemonte resteranno 15 mila
dosi». Ventinovemila quelle somministrate finora a Torino e nelle altre
province del Piemonte. All’Asl di Treviso, invece, su 128 mila vaccini
disponibili, le persone che hanno aderito alla campagna sono state
soltanto 1800.
Doveva essere una pandemia. Invece, il numero
di vittime da Influenza A non ha superato lo 0,005 per cento dei
malati. Significativa – e premonitrice – l’adesione alla campagna
vaccinale di medici, infermieri e operatori sociosanitari: 161 mila, il
15 per cento del totale del personale impiegato in Asl, ospedali e
ambulatori.
L’indecisione è stata più forte della paura.
Future mamme comprese: solo 12 su cento (22.796 dosi) hanno chiesto di
essere vaccinate per proteggere se stesse e il nascituro. Identica
percentuale delle persone di età compresa fra 6 mesi e 65 anni
considerate a rischio.
L’ultima distribuzione di vaccini a
Regioni e Province Autonome risale al 22 dicembre scorso. Dal 19
gennaio l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha
addirittura ridotto le attività connesse alla sorveglianza della
pandemia influenzale A: i dati vengono ora trasmessi soltanto una volta
la settimana, il venerdì. «Ciò – spiega il ministero della Salute – li
rende non paragonabili a quelli precedentemente forniti». Modificate
anche le procedure di rilevazione dei decessi: non più contati dal
giorno di inizio della pandemia, ma dall’inizio della tradizionale
stagione influenzale. «L’Oms – dice ancora il ministero – ha reso noto
il 20 novembre che in Norvegia è stata riscontrata una mutazione in
alcuni campioni del virus della nuova influenza A/H1N1», ma i dati
italiani confermerebbero che questa mutazione «non appare per ora
predominante nei casi gravi o letali che si sono ancora registrati».
In
Piemonte il viaggio al contrario dei vaccini si concluderà
probabilmente oggi. Le tredici Asl e i quattro ospedali che erano stati
riforniti hanno quasi completato il trasporto nella speciale cella
frigo, e da venerdì dosi singole e multidose saranno a disposizione del
ministero: «Nelle aziende sanitarie dove le forniture erano maggiori
sono stati utilizzati furgoni refrigerati per il trasporto – spiega
ancora la dottoressa Barale -, dove le scorte erano minori sono state
sufficienti borse frigo come quelle destinate al trasporto degli organi
da trapiantare». La Croce Rossa arriverà con i tir. Poi partirà un
nuovo conto alla rovescia: i vaccini non utilizzati scadono in autunno.