Influenza suina, in Italia arriverà entro un mese! Entro fine anno vaccini solo per il 14% della popolazione!
«È probabile che si diffonda anche da noi
una vera e propria epidemia. È possibile che scoppi nei prossimi 20
giorni, un mese al massimo. E non c’è nulla da fare. Non siamo in una
fase di contenimento, siamo nella fase pandemica, non possiamo far
altro che curare gli ammalati e farli guarire il prima possibile».
L’annuncio arriva da Ferruccio Fazio, viceministro alla Salute, che
mette in guardia dal diffondersi del virus H1N1, ma assicura: «Noi non
sottovalutiamo la situazione, ma non creiamo neanche allarmismi
ingiustificati».
I vaccini. In un’intervista al Giornale, Fazio osserva
che «per ora i contagi sono fermi a 258», ma «in assenza di politiche
di contenimento del virus, che il nostro Paese ha già attivato, i
contagi potrebbero salire a 13 milioni». Lo Stato, aggiunge, sostenendo
un costo che «si aggira intorno ad alcune centinaia di milioni di
euro», ha già stipulato un contratto per la produzione dei vaccini.
«Entro fine anno – annuncia – saranno vaccinati 8,6 milioni di
italiani, cioè il 14% della popolazione». Adulti e professioni a
rischio per primi. Ma non gli over 65, che «sembra siano immunizzati».
Poi, forse, giovani e bambini, per arrivare a vaccinare circa il 40%
della popolazione. In questo modo, «secondo le nostre proiezioni –
sottolinea- si potrebbero ammalare circa 4 milioni di persone». Poi,
«se le cose procedono secondo le nostre previsioni, prima dell’estate
prossima l’epidemia è chiusa».
Ue: vaccino unico. «L’Europa sta preparando un contratto unico
per la fornitura del vaccino contro la nuova influenza per quei Paesi
più piccoli che non ce la fanno a fare contratti con le grandi
industrie farmaceutiche». Lo ha riferito il direttore generale aggiunto
per la sanità alla Commissione europea, Paola Testori Coggi. Ad oggi,
ha continuato il direttore, «sono quattro le società in Europa che
stanno lavorando al vaccino su ceppi influenzali identificati nel
maggio scorso e autorizzati a livello mondiale. Noi pensiamo che, anche
se non si può sapere esattamente quando, entro settembre si possa
arrivare il vaccino. Stiamo poi discutendo con gli Stati membri per
mettere in campo una strategia comune di vaccinazione». Un
coordinamento che, secondo Testori Coggi, c’è stato «fin dall’inizio».
Fino a quando «il numero dei malati era gestibile – ha affermato
Testori Coggi – abbiamo messo in campo misure di isolamento. Adesso il
numero dei contagiati è diventato elevato e si è partiti con una
strategia di mitigazione: si limita la diffusione, ma non si può
evitarla». La vera incognita, secondo il direttore della sanità Ue, è
rappresentata dalle caratteristiche dell’ondata influenzale che
potrebbe presentarsi in autunno: «Se il contagio rimane a questi
livelli, 15mila malati per l’Europa non sono niente».
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