Influenza suina: oggi, il quinto caso accertato in Italia
Salgono a cinque i casi certi di “febbre
suina” in Italia. È stato confermato oggi dall’Istituto superiore di
sanità un altro caso di positività alla nuova influenza A. Si tratta di
un uomo di Firenze, di 32 anni, rientrato da un viaggio in Messico il
30 aprile, che accusando febbre e sintomatologia influenzale si è
recato all’ospedale Careggi di Firenze dove è stato ricoverato e
sottoposto a terapia antivirale. Lo riferisce in una nota il ministero
del Welfare. «Attualmente – sottolinea – l’uomo è in buone condizioni e
sono in corso di valutazione le dimissioni dall’ospedale». Anche il
padre dell’uomo, che viaggiava con lui, è stato sottoposto a terapia
antivirale.
Sono «in netto miglioramento» le condizioni
di salute della ragazza ricoverata all’Istituto Spallanzani di Roma
dopo aver contratto in Messico l’influenza di tipo A-H1N1. Lo afferma
Enrico Girardi, vicedirettore dello Spallanzani, che precisa: «La
ragazza sta bene e si sta sottoponendo alla cura standard, con
antivirali». La giovane, una volta rientrata dal Messico, ha lamentato
febbre, tosse e mal di testa. Si è recata allo Spallanzani dove i test
hanno accertato che si trattava di influenza A-H1N1, poi è arrivata la
conferma dell’Istituto superiore sanità. «Ora – spiega Girardi – la
giovane, per motivi precauzionali, rimarrà ricoverata qui in ospedale
per tutto il periodo di contagiosità: 7 giorni dall’inizio dei sintomi.
I familiari e tutte le persone che sono entrate in contatto con lei –
conclude Girardi – sono sottoposte a profilassi. E stanno tutti bene».
«Aspettiamo il primo caso
di chi risulta positivo al virus senza essere andato in Messico. In
Spagna e in Canada è già accaduto. Non escludo che anche noi ci
imbatteremo in questa situazione». Lo affermato, a proposito dei due
nuovi casi verificatisi a Roma di influenza A, il sottosegretario al
Welfare Ferruccio Fazio, in un’intervista al Messaggero. Secondo Fazio
«al momento il virus non si mostra aggressivo», «e nulla dovrebbe
accadere almeno fino ad ottobre». Nel caso di malati non provenienti
dal Messico, ha spiegato il sottosegretario, «la diagnosi e la terapia
seguiranno le stesse procedure adottate per chi è stato contagiato in
Messico. Ma, nel caso in cui qualcuno risulterà positivo senza essersi
spostato dalla propria città, vorrà dire che il virus ha vita autonoma
anche da noi». Secondo il sottosegretario al Welfare, con questa
influenza faremo i conti «più o meno fino alla fine di agosto, come
hanno evidenziato le simulazioni». «Sia chiaro, stiamo sempre parlando
di ipotesi. Dobbiamo ancora aspettare per dare “un volto” ben definito
a questo virus». In autunno, con l’arrivo dell’influenza stagionale,
invece ci «potrebbe essere un pericolo maggiore rispetto a quello di
oggi. Per quell’epoca però – ha garantito – avremo informazioni più
certe sul virus, sicuramente un vaccino e nuove strategie di difesa».
Fazio ha infine
invitato a tenersi fuori dall’affannosa corsa agli antivirali in
farmacia. «Quel farmaco deve essere prescritto solo a chi è stato
accanto a persone contagiate o a chi, per motivi diversi, è considerato
a rischio. Suggerisco di non prenderlo senza il parere dei sanitari, se
ne potrebbe fare un uso inappropriato. Forse anche dannoso».