Informatori del farmaco dimezzati in 10 anni, muoiono corsi laurea
Roma, 17 apr. (Labitalia) – L’informatore scientifico (Isf) presenta ai medici e ai farmacisti tutti i nuovi farmaci, ne illustra i vantaggi e le controindicazioni, trasmette loro tutte le nuove notizie relative ai prodotti già in commercio. Una figura professionale che contribuisce al corretto uso delle terapie, dunque, ma che in Italia vive da tempo una profonda crisi: “Negli anni ’90 gli Isf erano circa 22.000, nel 2000 era divenuti 34.000, nel 2013 sono scesi a 16.000, di cui 5.000 sono agenti di commercio”, denuncia la Federazione delle associazioni degli informatori scientifici del farmaco (Isf), che dopo un periodo di prova è stata ora ufficialmente registrata con l’obiettivo, fra gli altri, di tutelare gli interessi degli iscritti.
“In questi giorni – spiegano dalla Federazione – questa ‘emorragia’ di informatori non sembra fermarsi affatto e le cose peggiorano giorno per giorno. Nell’ultimo mese abbiamo assistito all’apertura di mobilità di ben tre aziende farmaceutiche multinazionali. Ancora si sentono gli strascichi di altre mobilità non ancora concluse e nel nostro ambiente si teme che a breve anche altre società possano aprire procedure simili. Il futuro del settore è purtroppo molto nero”.
E futuro fa quanto mai rima con le nuove generazioni: “Per quanto riguarda i giovani – dice Federaisf – purtroppo sono anch’essi fortemente penalizzati. Il numero delle università italiane con l’insegnamento della informazione scientifica del farmaco si sono ridotte moltissimo: ne sono rimaste 2 o 3, dalle 10-15 iniziali. Le aziende farmaceutiche non assumono più, anzi licenziano. Qualche giovane tenta la strada dei nutraceutici, con un sistema lavorativo in cui la precarizzazione raggiunge livelli di assoluta indecenza. Nessuna azienda farmaceutica in questo momento propone contratti a tempo indeterminato. La stragrande maggioranza propone contratti come consulente o come agente con partita Iva. Niente fisso, né rimborsi”.
La sperimentazione della Federazione degli Isf effettuata utilizzando le strutture ospitanti di Federisf si è dunque conclusa con la registrazione notarile dell’atto costitutivo e dello statuto Federaisf lo scorso 22 marzo.
“Federaisf – sottolinea il presidente nazionale Vincenzo Carnì – ha lo scopo di promuovere la coesione e l’unione di tutti gli associati per consentire una visione univoca e omogenea dei problemi professionali inerenti l’attività di informazione scientifica sui farmaci a uso umano; tutelare in tutte le sedi gli interessi, culturali e tecnici degli associati; collaborare con le istituzioni e le strutture socio-sanitarie affinché l’assistenza farmaceutica sia finalizzata all’interesse della collettività; promuovere il dialogo e il confronto con le parti politiche e sociali al fine di migliorare la qualità della vita, l’educazione sanitaria e l’immagine della categoria; rappresentare gli associati nei rapporti con autorita’ governative centrali e regionali, con aziende sanitarie, con enti e aziende ai fini economici e sindacali”.
L’iscrizione a Federaisf è riservata a tutti gli informatori e alle associazioni di informatori che si impegnano a rispettarne lo statuto e a versare la quota associativa annuale di 10 euro.