Insultare i figli “iperattivi” non giustifica l’ordine di allontanamento del padre dalla casa familiare
E’ eccessivo l’ordine di allontanamento dalla casa familiare del padre
che insulta i figli “iperattivi”. Rivolgersi ai propri bambini dando
loro dei «deficienti» è, di sicuro, un «atteggiamento scarsamente
apprezzabile come strumento educativo» ma, tuttavia, «generalmente
ricorrente nei rapporti familiari». Di conseguenza, in questi casi,
appare eccessivo anche parlare di maltrattamenti in famiglia.
È
quanto emerge dalla sentenza 13897/10 con cui la Cassazione ha
annullato, con rinvio, l’ordinanza del Riesame che aveva applicato la
misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare nei confronti
di un padre che spesso, secondo le testimonianze dei vicini, sgridava i
suoi due figli che avevano «disturbi iperattivi» chiamandoli
«deficienti». Per la Suprema corte, infatti, il tribunale del riesame
nell’applicare la misura ha adottato una valutazione contraddittoria
che «nell’intento dichiarato di tutelare i minori da comportamenti come
quello descritto, allontana il genitore dall’ambiente familiare senza
tenere conto delle ripercussioni che ne derivano sull’assetto affettivo
e organizzativo della stessa famiglia, non apparendo peraltro
giustificabile, sotto il profilo cautelare, il mantenimento del divieto
per l’indagato di avvicinarsi all’istituto scolastico frequentato dai
figli»