Intercettazioni: il governo pone alla Camera la questione di fiducia
Il governo ha posto alla Camera la
questione di fiducia sul maxiemendamento al ddl intercettazioni: lo ha
annunciato nell’Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il
Parlamento, Elio Vito, dopo che il presidente della Camera, Gianfranco
Fini, ha dichiarato ammissibile il maxiemendamento stesso. Fini ha
precisato che il testo riproduce quello della commissione Giustizia,
integrato da tre proposte di modifica governative e quattro
parlamentari già presentate in Aula e ritenute ammissibili.
La votazione sulla fiducia si terrà domani alle 17, mentre la votazione
finale sul provvedimento è prevista per giovedì. Il ddl passerà quindi
all’esame del Senato.
L’opposizione: no alla fiducia, provvedimento non urgente. Le
opposizioni hanno duramente contestato, in aula alla Camera, la
decisione del governo di porre la questione di fiducia. Ferme le
posizioni assunte da Marina Sereni del Pd, Antonio Borghesi dell’Idv,
Michele Vietti dell’Udc. Al centro delle critiche l’inopportunità di
esaminare con la fiducia un provvedimento su un tema «non tanto urgente
quando è in corso la crisi economica».
Possibilità per il pubblico ministero di acquisire d’urgenza anche i tabulati telefonici,
oltre alle intercettazioni: è questa la principale novità introdotta
nel maxi-emendamento al ddl sulle intercettazioni. Giulia Bongiorno,
presidente della commissione Giustizia della Camera, dice che «si
tratta di un maggiore chiarimento, in quanto il testo si riferisce già
in via generale a intercettazioni e tabulati». Per il resto, dice
Bongiorno, nel maxi-emendamento «sono stati introdotti spazi più ampi
per il diritto di cronaca rispetto al testo originario del ddl Alfano».