Intercettazioni, sì alle condanne per editori e giornalisti
Via libera della commissione Giustizia della Camera alle norme del ddl intercettazioni che
inaspriscono
le condanne per i giornalisti e puniscono gli editori con il pagamento
di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro. L’emendamento del
governo approvato dalla commissione Giustizia prevede che per la
pubblicazione degli atti, vietata per legge, il giornalista rischi
l’arresto fino a due mesi e il pagamento di un’ammenda dai 2mila ai
10mila euro. Se invece ad essere pubblicate saranno le intercettazioni,
la condanna sarà sempre l’arresto fino a due mesi, ma l’ammenda
aumenterà: dai 4mila ai 20mila euro. In più, per il giornalista, si
prevede la sospensione temporanea dalla professione.
Stesse condanne per chi compie riprese e registrazioni fraudolente.
Su questo punto, però, ieri sera però erano state approvate delle
esimenti: non verrà condannato chi compirà questo tipo di registrazione
o ripresa per motivi legati alla sicurezza dello Stato; se si tratta di
un giornalista professionista nell’esercizio del diritto di cronaca; se
realizzate nell’ambito di una controversia giudiziaria o
amministrativa. La Commissione Giustizia del Senato ha anche bocciato
gli emendamenti soppressivi della norma che prevede il pagamento per
gli editori di una somma che potrà arrivare ai 464mila euro.
La parola fine sul percorso parlamentare
del ddl intercettazioni non è stata ancora scritta, ha detto Anna
Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, promettendo battaglia in
aula sul provvedimento. «Il ddl ha subito tante modifiche e contiene
tante incoerenze che non ho ancora capito cosa verrà fuori». Ma a chi
le chiede se lo scontro politico, una volta approvata la nuova legge
possa sfociare nella richiesta di un referendum popolare promosso
dall’opposizione, Finocchiaro risponde: «Questo non lo so». Il ddl
sulle intercettazioni, sottolinea il capogruppo dell’Italia dei valori
in commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti, «rappresenterà un
intervento devastante e un arretramento vistoso nella lotta al crimine.
Taglierà le gambe all’informazione».
No dell’Udc al provvedimento. «L’Udc
non condivide né il metodo né il merito – ha sottolineato il presidente
dei senatori dell’Udc, Gianpiero D’Alia – del provvedimento sulle
intercettazioni». Di parere opposto il portavoce del Pdl Daniele
Capezzone. «Il Governo e la maggioranza, sulle intercettazioni, si
muovono coniugando legalità e garanzie dei cittadini». Nel 2007, ha
sottolineato, sono state intercettate 124mila persone in Italia e solo
1. 700 negli Usa, che hanno cinque volte la nostra popolazione. «È una
follia, che richiede un giro di vite, a tutela del diritto dei
cittadini italiani a non essere spiati e schedati. È gravissimo che
l’opposizione non capisca o faccia finta di non capire».