INTERNET. Braccio di ferro tra Parlamento Ue e Commissione su musica on line
STRASBURGO. Il Parlamento ritiene inaccettabile la recente raccomandazione della Commissione sulla gestione transfrontaliera dei diritti d’autore nel campo dei servizi musicali on line. Lamentandosi di non essere stato consultato, ne respinge l’approccio non vincolante e sollecita l’adozione di una direttiva quadro flessibile in tale settore. Questa dovrà tenere conto della specificità dell’era digitale e tutelare la diversità culturale europea, gli interessati più piccoli e i repertori locali. Nel 2005 la Commissione europea ha adottato una raccomandazione concernente la gestione transfrontaliera dei diritti d’autore nel campo dei servizi musicali online autorizzati. Il commissario McCreevy ha definito la raccomandazione uno strumento non vincolante (di soft law), pensato per concedere al mercato la possibilità di orientarsi nella giusta direzione. Il Parlamento comprende e sostiene le disposizioni in merito all’esistente possibilità per i titolari di diritti di scegliere un gestore collettivo dei diritti (CRM), di determinare i diritti on line affidati e il loro ambito territoriale. Così come il diritto al loro ritiro dal gestore collettivo o al loro trasferimento ad un altro gestore. Sottolinea poi l’importanza di tenere conto dell’efficacia della cooperazione tra gestori collettivi di diritti al fine di tutelare anche gli interessi dei titolari di diritti più piccoli e locali, salvaguardando così la diversità culturale. Secondo i deputati, inoltre, la formulazione imprecisa della raccomandazione – il cui solo scopo è di regolamentare la vendita on line di registrazioni musicali – potrebbe portare a credere che sia applicabile ad altri servizi on line (come ad esempio i servizi di radiodiffusione) contenenti registrazioni musicali. Per sanare questa incertezza giuridica che potrebbe avere «effetti pregiudizievoli», invitano quindi la Commissione a chiarire che la raccomandazione del 2005 si applica esclusivamente alle vendite on line di registrazioni musicali. Con l’adozione della relazione d’iniziativa dell’eurodeputato Katalin LÉVAI, il Parlamento ritiene «inaccettabile» il fatto che la Commissione abbia omesso di coinvolgere formalmente l’Assemblea, visto che la raccomandazione va chiaramente oltre una mera interpretazione o integrazione delle norme esistenti. Per i deputati è altrettanto inaccettabile che sia stato scelto un approccio di “soft law” senza consultazione preventiva e senza il coinvolgimento formale del Parlamento e del Consiglio, «aggirando così il processo democratico». Soprattutto perché l’iniziativa adottata «ha già influenzato decisioni di mercato a potenziale svantaggio della concorrenza e della diversità culturale». Per i deputati, la direttiva proposta da Bruxelles «non dovrebbe in alcun modo compromettere la competitività delle imprese creative del settore, l’efficacia dei servizi forniti dai CRM o la competitività delle imprese di utilizzatori». Inoltre, dovrebbe garantire un elevato livello di protezione e di parità di trattamento dei titolari dei diritti e fare in modo che le disposizioni di legge abbiano «un effettivo, significativo e adeguato impatto» sulla tutela efficace di tutte le categorie di titolari dei diritti. Impatto che, peraltro, dovrebbe essere regolarmente valutato e, se necessario, riveduto. D’altra parte, la esortano a presentare al più presto – previa stretta consultazione delle parti interessate – una proposta di direttiva quadro flessibile, che deve essere adottata in codecisione dal Parlamento e dal Consiglio, al fine di disciplinare la gestione collettiva del diritto d’autore e dei diritti connessi per quanto riguarda i servizi musicali on-line trasfrontalieri. La proposta, è anche precisato, dovrà tenere conto della specificità dell’era digitale e tutelare la diversità culturale europea, gli interessati più piccoli e i repertori locali. Per il Pe occorre inoltre valorizzare l’utilizzo di piattaforme tecnologiche aperte e interoperabili, idonee a consentire la tutela dei titolari dei diritti, il normale utilizzo, da parte del consumatore, dei contenuti legittimi legalmente acquistati e lo sviluppo di nuovi modelli commerciali nella società dell’informazione. Allo stesso tempo, il Parlamento ritiene necessario evitare l’accentramento eccessivo dei poteri di mercato e dei repertori, garantendo che i più importanti titolari dei diritti non possano conferire mandati esclusivi a un singolo CRM o a un numero ristretto di CRM, assicurando in tal modo che il repertorio globale resti disponibile a tutti i CRM per la concessione delle licenze agli utilizzatori. Agli utilizzatori, inoltre, dovrebbe essere consentito di ottenere licenze paneuropee da qualsiasi CRM che copra il repertorio globale. La direttiva dovrebbe poi promuovere, per gli europarlamentari, la capacità dei titolari dei diritti di mettere a punto in tutta l’UE una nuova generazione di modelli di licenze collettive per la musica, relative agli usi online e più adeguate all’ambiente online, sulla base di accordi di reciprocità e della reciproca riscossione di royalties. Ma anche assicurare che i titolari dei diritti «non abusino della loro posizione» al punto da impedire la realizzazione di uno “sportello unico” per l’acquisto collettivo di diritti del repertorio su scala mondiale. In tema di royalties, i deputati ritengono che sia essenziale vietare ogni forma di mandato esclusivo tra grandi titolari di diritti e gestori collettivi di diritti per la riscossione diretta delle royalties in tutti gli Stati membri, «poiché ciò condurrebbe alla rapida estinzione dei gestori collettivi di diritti nazionali e metterebbe di conseguenza in pericolo la posizione del repertorio minoritario e la diversità culturale in Europa». Sostengono, infine, l’idea che i gestori collettivi di diritti dovrebbero essere liberi di fornire agli utilizzatori commerciali, ovunque essi siano stabiliti nell’Unione europea, le licenze relative a tutta l’Europa e a svariati repertori per l’utilizzo on line (compresi gli usi di telefonia mobile), a condizioni eque e negoziate individualmente, e senza discriminazioni tra utilizzatori. |