Invalsi, il via tra le polemiche
Da oggi si è dato il via alle prove Invalsi, in tutte le scuole del territorio nazionale. Ma, come ogni anno, la protesta è particolarmente accesa.
L’Invalsi altro non è che una prova standardizzata stilata dall’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione per i 2 milioni e 200 mila studenti.
L’obiettivo di questo prove, introdotte nel 2007, è fornire alle scuole unostrumento di diagnosi per potersi migliorare: le informazioni raccolte tramite i test effettuati dai ragazzi, vengono inserite in un repor annuale, che quest’anno verrà presentato l’11 luglio. Nello specifico, verranno valutate le differenze tra le regioni, tra le scuole e le classi e, per la prima volta, anche sugli studenti e sulle loro ambizioni e comportamenti.
Le proteste, però, nascono dalla natura stessa dell’Invalsi: una simile standarizzazione, secondo i docenti, va infatti a svilire l’insegnamento personale e la valutazione formativa che ogni giorno viene effettuata nelle aule, che può basarsi magari sulla territorialità. Inoltre, l’Invalsi, testa solamente le capacità d’apprendimento degli studenti sull’italiano ematematica. Perciò, anche quest’anno, gli insegnanti sono sul piede di guerra, e minacciano scioperi al riguardo, soprattutto considerando che questi test costano all’Italia circa 14 milioni di euro ogni anno, con risultati, a loro dire, assolutamente non soddisfacenti se non dannosi.
Quella somma, per molti docenti, rappresenta uno smacco se posta in confronto alla situazione del sistema scolastico italiano attuale, in primis la grave carenza di posti di lavoro che crea le cosiddette “classi pollaio”: troppi ragazzi da seguire per un unico docente. Se dunque, quei 14 milioni di euro fossero spesi per creare occupazione all’interno della scuola- con quella somma si stima la possibilità di avere 828 insegnanti in più rispetto oggi- il sovraffollamento delle classi sarebbe risolto e, di conseguenza, verrebbe a migliorare anche la formazione stessa degli studenti.
Intanto, proteste o non proteste, tra oggi e venerdì gli alunni di II e V elementare dovranno sottostare alla decisione dell’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione. Il 14 maggiotoccherà alle prime medie inferiori, il 16 agli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado e, infine, il 17 giugno saranno 600 mila gli studenti che dovranno affrontare la prova inserita all’interno dell’esame di Stato per la licenza media, prova che varrà un sesto del voto d’esame complessivo.
Fonte: www.articolotre.com