Invasione di meduse in arrivo!
Altra estate altra invasione di meduse. E
sarà così anche per i prossimi anni. Per avere la mappa della loro
presenza, parte dall’Italia la prima rete di osservazione ‘occhio alla
medusa’ che coinvolgerà vacanzieri, stabilimenti balneari, ricercatori,
e il popolo del web. Lo ha annunciato Ferdinando Boero, professore
ordinario di zoologia e biologia marina dell’Università del Salento,
uno dei massimi esperti di meduse in Italia, e responsabile della
campagna che ricade nell’ambito della Commissione scientifica sul
Mediterraneo di cui è presidente il Principe Alberto di Monaco.
La
fase pilota della campagna sarà lanciata ufficialmente alla rassegna
‘Stelle di mare lungo il fiume’ dell’associazione Marevivo a Roma.
Sono
14 le specie disegnate in dettaglio nel manifesto: 5 con la scritta
rossa per indicare che sono urticanti e 9 con la scritta bianca
(innocue). Si chiede in modo schematico e molto comprensibile di
inviare una e-mail indicando: il nome della medusa (che si può ricavare
dal disegno), il luogo di osservazione (per questo il Mediterraneo è
stato suddiviso in tanti caselle numerate), la formazione (se
avvistamenti singoli o in gruppi) e la distanza approssimativa tra le
meduse per capirne la concentrazione.
«Ogni anno è sempre
peggio – ha detto Boero – ormai il fenomeno è mondiale. Non è una
questione di mancanza di predatori quanto di assenza di competizione.
Senza più pesci in mare le meduse prendono il sopravvento».
E
sulla variazione di presenza di specie: «A volte una vince sull’altra».
Tre gli ordini di pericoli per la presenza massiccia di meduse: per i
bagnanti, in merito al rischio urticante; per i pesci, perchè le meduse
mangiano le loro uova e quindi si impedisce la riproduzione delle
specie; per gli impianti che usano acqua di mare, come le centrali
nucleari. «È accaduto che in Israele e in California – ha riferito
Boero – la presenza enorme di meduse abbia bloccato due centrali
atomiche».
È dunque caccia alle meduse. Dopo i massicci
fenomeni dei primi anni ’80, ogni estate, da almeno da 8 anni a questa
parte, nel Mediterraneo l’invasione di questi organismi gelatinosi, è
assicurata.
Diverse le specie che si alternano. E se quest’anno
uno dei primi grandi avvistamenti, a largo, riguarda la
velella-velella, nel Mediterraneo occidentale, a largo della Corsica
(un banco lungo oltre 10 chilometri), innocua per l’uomo, e qualche
esemplare della urticante caravella portoghese, in Spagna, nelle tre
trascorse stagioni protagonista è stata la pelagia noctiluca dai lunghi
tentacoli urticanti.
La rete di osservazione «Occhio alla
medusa» ha l’obiettivo di monitorare la situazione in tempo reale per
cercare di creare una mappa e studiare il fenomeno. «La campagna – ha
spiegato Boero – è stata ideata per far fronte alla carenza di dati
sulla presenza di meduse nel Mediterraneo. Il poster verrà distribuito
negli stabilimenti balneari, nei porti turistici, nelle capitanerie e
nei laboratori di ricerca. Si chiede a chiunque avvisti un banco di
meduse di fare una segnalazione».