Istat, -45 mila giovani occupate nei primi 9 mesi 2011
Nel 2011 a fronte di un ”modesto recupero” generale del mercato del
lavoro si e’ registrato un ”ulteriore peggioramento per le giovani,
con – 45 mila occupate nella media dei primi tre trimestri”. E’ quanto
ha affermato il capo dipartimento per le statistiche sociali ed
ambientali dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, in occasione degli stati
generali sul lavoro delle donne in Italia, organizzati dal Cnel.
In Italia “tra le madri il 30% interrompe il lavoro per motivi
familiari, contro il 3% dei padri”. E’ quanto ha affermato il capo
dipartimento delle statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, Linda
Laura Sabbadini, in occasione degli stati generali sul lavoro delle
donne, organizzato dal Cnel.
In Italia i salari per le donne sono nettamente più bassi che per gli
uomini, a certificarlo è uno studio presentato dall’economista della
Banca d’Italia Roberta Zizza, in occasione degli Stati generali sul
Lavoro delle donne, organizzati al Cnel. “Il differenziale grezzo è
circa del 6% (dal minimo del 4,9% del 2000 al massimo del 7,7% del
2002). Ma, da un controllo dei dati secondo “le caratteristiche del
lavoratore”, emerge che “il gap diventa più ampio e crescente nel tempo:
da 10,3% nel 1995 a 13,8% nel 2008”, si legge nel documento presentato
dall’esperta di Palazzo Koch. Zizza spiega che “l’ampliamento del
divario rispetto alle stime grezze emerge anche quando si aggiungono le
caratteristiche del lavoro e del datore di lavoro: da 9,4% nel 1995 al
10,2% nel 2008”. Inoltre, aggiunge l’economista, “anche tenendo conto
della selezione del campione, il gap si conferma ampio e dell’ordine del
13% alla fine dello scorso decennio”.
Alla base della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro
c’é la famiglia: “il 40,8% delle ex lavoratrici dichiara di aver
interrotto l’attività lavorativa per prendersi cura dei figli e circa il
5,6% per dedicarsi totalmente alla famiglia o ad accudire persone non
autosufficienti”. E’ quanto emerge uno studio dell’Isfol condotto su un
campione rappresentativo delle donne italiane in età compresa tra i 25 e
i 45 anni. La ricerca, presentata in occasione degli Stati generali sul
Lavoro delle donne organizzati al Cnel, fa però notare anche come ci
sia “una buona parte delle ex lavoratrici che dichiara di aver dovuto
terminare l’attività lavorativa per cause non volontarie”. Dall’indagine
risulta che “oltre il 17% segnala la scadenza di un contratto a termine
o stagionale, il 15,8% il licenziamento o la chiusura dell’azienda”.