Istat, cala il potere d’acquisto degli italiani
L’Istat rileva che i redditi delle famiglie tornano a crescere nel 2010 dello 0,9 per cento, mentre la propensione al risparmio si è attestata al 12,1 per cento, registrando una diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie nel 2010 risulta dunque in riduzione dello 0,6% mentre la spesa per consumi finali è aumentata del 2,5%. I dati relativi al quarto trimestre evidenziano che la propensione al risparmio delle famiglie (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile è stata pari al 12,4 per cento, superiore di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2009. Nell’ultimo trimestre dell’anno, invece, la crescita del reddito disponibile rispetto al trimestre precedente (+1,4 per cento) è stata superiore a quella registrata dalla spesa per consumi (+0,8 per cento), il che ha determinato l’aumento congiunturale del tasso di risparmio. Sempre nell’ultimo trimestre del 2010 il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è aumentato dello 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente, tornando sui livelli registrati alla fine del 2009.
“I dati rilevati dall’Istat non sono altro che la conseguenza delle drammatiche condizioni in cui vivono da troppi anni ormai le famiglie italiane – commenta l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori -. La riduzione del potere d’acquisto è legata strettamente alla limitazione dei consumi, in particolare di quelli nel settore alimentare dove gli aumenti sono stati svariati e notevoli. A nostro parere è necessario che il Governo sbrogli questa matassa formulando un indice di prezzi pensato ad hoc per le diverse fasce della popolazione e realizzando un vero e proprio piano di controllo e monitoraggio dei costi per contrastare e prevenire la speculazione dei prezzi, in special modo per quanto riguarda i beni di prima necessità. Chiediamo alle istituzioni di avviare politiche che tutelino davvero il cittadino e soprattutto le famiglie con maggiori difficoltà economiche dall’aumento del costo della vita che finora non ha fatto altro che imporre pesanti limiti alla capacità d’acquisto dei consumatori”.