Istat: crisi pesa, giù consumi alimentari per famiglie
Il 35,8% delle famiglie nel 2011 ha diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto al 2010. Lo riferisce l’Istat aggiungendo che è in aumento la quota di famiglie del Mezzogiorno che acquista generi alimentari presso gli hard-discount (si passa dall’11,2% del 2010 al 13,1% del 2011).
La maggior parte delle famiglie (il 67,5%) effettua la spesa alimentare – riferisce l’Istat – presso il supermercato, che si conferma il luogo di acquisto prevalente, nonostante una lieve flessione. Quasi la metà delle famiglie (il 47,7%) continua ad acquistare il pane al negozio tradizionale, il 9,7% sceglie il mercato per l’acquisto di pesce e il 16,4% per la frutta e la verdura. Tra il 2010 e il 2011 risultano in contrazione, su tutto il territorio nazionale e in particolare nel Centro e nel Mezzogiorno, le spese destinate all’abbigliamento e alle calzature. Crescono, anche per effetto dell’aumento dei prezzi, le quote di spesa – riferisce ancora l’istituto di statistica – destinate all’abitazione (dal 28,4% al 28,9%) e ai trasporti (dal 13,8% al 14,2%).
La Lombardia è la regione con la spesa media mensile delle famiglie più elevata (3.033 euro), seguita dal Veneto (2.903 euro). Fanalino di coda, anche nel 2011, è invece la Sicilia che, con una spesa media mensile di 1.637 euro, vede aumentare il divario dalla regione con la spesa più elevata (circa 1.400 euro). Lo riferisce l’Istat.
Nel 2011 la spesa media mensile per famiglia è pari a 2.488 euro (+1,4% rispetto all’anno precedente). Tenuto conto dell’errore campionario e della variazione del valore del fitto figurativo “la spesa – riferisce l’Istat – risulta stabile in termini reali, nonostante la dinamica inflazionistica (+2,8%)”. Il valore mediano della spesa mensile per famiglia è pari a 2.078 euro, l’1,9% in più rispetto al 2010, “e conferma la stabilita” osservata in termini di valore medio”.
La spesa media per generi alimentari e bevande – riferisce l’Istat – cresce, in termini nominali, del 2,2% rispetto al 2010, attestandosi a 477 euro mensili; in particolare, aumentano la spesa per carne, quella per latte, formaggi e uova e quella per zucchero, caffé e altro. La quota di spesa per alimentari e bevande rimane costante fra le famiglie del Nord e del Centro (16,6% nel Nord e 18,4% nel Centro), mentre continua ad aumentare nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 25,6% della spesa totale. La spesa non alimentare complessiva è stabile, e pari a 2.011 euro mensili: diminuiscono le spese per abbigliamento e calzature (-5,9%) e aumentano quelle per l’abitazione (+3,3%). Sulla spesa media mensile continua a crescere – evidenzia l’istituto di statistica – il peso dell’abitazione, così come quello dei trasporti.