Istat, crollano gli investimenti. La lettura di NoiConsumatori
Uno studio dell’Istat ha fatto sapere che in Italia sono crollati gli investimenti fissi lordi: nel 2009 hanno registrato una diminuzione del 12,1% in termini reali, accentuando la fase di contrazione iniziata nel 2008 (-4,0%). Si tratta di un livello mai raggiunto prima, almeno a partire dal 1970, inizio delle relative serie storiche, e paragonabile solo al calo registrato durante la precedente crisi del 1993, quando si raggiunse un -11,5%. La diminuzione della spesa in beni capitali nel 2008 e nel 2009 ha interessato tutti i settori dell’economia: agricoltura, industria e servizi.
Ma una notizia positiva c’è. Confindustria ha rilevato una ripresa della produzione industriale: a giugno segna un incremento dell’1,1% su maggio e del 10% nel confronto annuo. Il Csc stima, quindi, per il secondo trimestre 2010 una accelerazione della produzione al 2,5% sul primo, dall’1,7% del periodo precedente. Bene anche gli ordinativi, che segnano un +1,2% a giugno rispetto a maggio e un +3,3% su base annua.
Secondo l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori, con tale situazione economica disastrata si va incontro alla crescita zero, “un’autentica tragedia per gli investimenti e lo sviluppo del Paese”.
“Il 2009 è stato un anno molto difficile caratterizzato soprattutto da una profonda crisi economica – afferma Pisani -. Ciò ha determinato consistenti ripercussioni su tutti i settori produttivi italiani, nello specifico quello industriale e dei servizi, che sono diventati nel tempo sempre più deboli. La nostra speranza è che gli investimenti che adesso sono caduti così in basso, hanno praticamente toccato il fondo, possano con l’aiuto delle istituzioni competenti e del Governo, risollevarsi. A nostro parere non bisogna ripartire da quegli investimenti e dagli stock che ormai sono bruciati oppure da una politica del lavorare di più e guadagnare di meno, che penalizza e danneggia i lavoratori, i quali si vedono costretti a rinunciare ai lori diritti, ma da nuove prospettive, da uno scatto ex novo capace di fornire al Paese la competitività che non c’è più da anni. Bisogna dare all’Italia nuovi slanci per ripartire da zero e migliorare la sua economia”.