Istat: Deficit scende al 4,1%, vola la pressione fiscale
Il rapporto Deficit/Pil nel primo semestre, rende noto l’Istat, è calato al 4,1% rispetto al 4,4% dello stesso periodo del 2012 ed al 7,3% del primo trimestre. Il dato diffuso oggi non è valido ai fini dei parametri di Maastricht perché non tiene conto delle operazioni di Swap.
“Questi dati – spiegano all’Istat – servono però a capire la tendenza dei conti pubblici”. Così nel secondo trimestre si registra un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto al Pil dell’1% con un calo 1,2 punti percentuali rispetto a quello dello stesso trimestre del 2012. Migliora anche il saldo primario grazie al calo della spesa per interessi: nel secondo trimestre è risultato positivo con un’incidenza sul Pil del 4,7% superiore di 0,9 punti percentuali rispetto a quella del secondo trimestre del 2012, positivo anche il saldo corrente con una incidenza sul Pil dello 0,4 (0,2 del 2012). Sempre nel secondo trimestre le uscite totali sono aumentate dello 0,3% con una incidenza sul Pil passata dal 48,5% al 49,3% mentre le uscite correnti sono aumentate dello 0,7%. Nei primi due trimestri le uscite totali sono risultate al 49,6% del Pil contro il 48,6% dello stesso periodo 2012. Le entrate totali sono cresciute del 2,9% nel secondo trimestre con una incidenza salita dal 46,3 al 48,3%. Nei primi due trimestre le entrate totali sono aumentate dell’1,5%.
Vola la pressione fiscale: secondo l’Istat nel secondo trimestre si è attestata al 43,8%. Un rialzo di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente e di 4,7 punti sul trimestre precedente. Nei primi due trimestri, il dato cumulato è al 41,5% (40,6% nel 2012). Effetto Imu sulle imposte indirette: secondo gli ultimi dati Istat sono calate del 2,1% nel secondo trimestre 2013, anche per effetto del mancato versamento della prima rata. Complessivamente le entrate correnti sono aumentate dell’1,2% con un +4,1% delle imposte dirette che bilancia il calo delle indirette. Le uscite correnti sono salite dello 0,7%, che risulta da un -2,3% dei redditi da lavoro dipendente, da -7% degli interessi passivi e da un aumento del 4,1% dei consumi intermedi e del 2,9% delle prestazioni sociali.
Secondo la Banca d’Italia, ad agosto, si allarga il calo dei prestiti bancari al settore privato. Il ribasso è del 3,5% (-3,3% a luglio). I prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,2% sui dodici mesi (-1,1% a luglio); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 4,6% (-4,1% a luglio). Rimane stabile il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze bancarie, risultato pari al 22,3 per cento, come nel mese precedente. Dopo la limatura di luglio, tornano ad accelerare i depositi bancari. Ad agosto i depositi del settore privato sono cresciuti del 6,6 per cento su base annua (5,9 per cento a luglio contro il +6% di giugno). La raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 6,4 per cento sui dodici mesi (-6,3 per cento a luglio). (ANSA)