Istat: famiglie italiane più povere
Le famiglie italiane stanno diventando più povere: il reddito lordo
disponibile diminuisce, cala il potere d’acquisto, si riducono le spese
per consumi finali e gli investimenti fissi lordi. Ma la cosa che
stupisce ancora di più è che diminuisce la propensione al risparmio,
caratteristica che ha sempre distinto il popolo del Belpaese. E’ il
quadro delineato dall’Istat nell’indagine riferita al II trimestre
2009, calcolato con riferimento a periodi mobili di quattro trimestri
(quindi al periodo luglio 2008-giugno 2009).
Nel dettaglio, la propensione al risparmio delle famiglie nel
secondo trimestre 2009 è stata pari al 15,2% del reddito lordo, in calo
dopo molti trimestri di aumento. Il reddito lordo disponibile delle
famiglie è diminuito dell’1% in valori correnti rispetto al trimestre
precedente, con un calo di oltre 11 miliardi di euro. La spesa delle
famiglie per consumi finali si è ridotta dello 0,5% mentre il potere
d’acquisto (cioè il reddito disponibile in termini reali) è diminuito
dell’1% rispetto al trimestre precedente. Il settore delle famiglie
comprende le famiglie consumatrici, le imprese individuali, i liberi
professionisti e le società semplici fino a cinque addetti.
Il
tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli
investimenti fissi lordi delle famiglie, che comprendono gli acquisti
di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese
classificate nel settore, ed il loro reddito disponibile lordo) nel
secondo trimestre 2009 si è attestato al 9,3%, 0,5 punti percentuali in
meno rispetto al corrispondente trimestre del 2008. Rispetto
all’indicatore calcolato al primo trimestre 2009, si registra invece
una lieve flessione (meno 0,1 punti percentuali), conseguenza di una
diminuzione degli investimenti (-3%) piu’ accentuata di quella del
reddito disponibile (-1%).
L’Istat, con questi dati, diffonde
per la prima volta alcuni indicatori trimestrali per le famiglie e le
società non finanziarie, calcolati sulla base dei conti trimestrali per
settore istituzionale relativi al secondo trimestre 2009. Gli
indicatori consentono un’analisi tempestiva dei comportamenti delle
famiglie e delle imprese nelle diverse fasi del ciclo economico e
contribuiscono ai conti economici trimestrali per settore istituzionale
dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria, diffusi dall’Eurostat e
dalla Banca Centrale Europea2.