Istat, Italia sempre più vecchia Metà delle donne non lavora
ROMA
Secondo l’indagine resta la crescita a due velocità tra Nord e
L’Italia come un Paese che come «un calabrone vola sfidando ogni teoria ingegneristica –
Sud, allarme lavoro nero. I lavoratori irregolari in Italia sono
Donne, più della metà a casa. Nel mercato del lavoro «permangono
Regioni sud costrette a importare. Resta il divario tra Sud e
Imprese Sud meno solvibili, tassi più alti. La solvibilità delle
Impresa resta micro, 4 addetti ad azienda. La dimensione media
Per metà della popolazione adulta italiana il titolo di studio più alto è il diploma di scuola media, la quarta peggiore performance in Europa.
Per 60% italiani crimnalità è problema maggiore. Il dato è
(12 gennaio) – 143 anziani ogni 100 giovani: è l’indice di vecchiaia in
Italia, che colloca il nostro Paese al secondo posto in Europa,
preceduto solo dalla Germania. La regione più anziana è la Liguria, la
più giovane la Campania. E’ uno dei dati del dossier Istat nel dossier Noi Italia, cento statistiche per capire il Paese in cui viviamo.
Sud e un Mezzogiorno dove il lavoro irregolare ancora dilaga e dove
tutte le regioni sono costrette ad importare perché non producono
abbastanza. La metà degli adulti ha solo la licenza media, più di una
donna su due non lavora. Infine la criminalità è per la maggior parte
degli italiani il problema prioritario.
ha detto il presidente dell’istituto di statistica Enrico Giovannini –
ma che alla lunga, non investendo, potrebbe avere problemi di
sostenibilità». E allora le statistiche sono elemento di conoscenza «ma
anche di democrazia», come sottolinea Giovannini che coglie l’occasione
per fare un appello: «Mancano 500 dei 600 milioni per fare il
censimento generale nel 2011. Spero che governo e Parlamento non
vogliano bucare l’evoluzione dell’Italia negli ultimi dieci anni». Ecco
in sintesi l’Italia delle cento statistiche.
in calo ma al Sud uno su cinque resta in nero. Il record è in Calabria
dove la quota di irregolari è al 27,3%.
notevoli differenze di genere: le donne occupate sono il 47,2% della
popolazione di riferimento, gli uomini il 70,3%».
Centro-Nord nella produzione di ricchezza ed emerge soprattutto
«l’insufficienza della produzione del Mezzogiorno, dove tutte le
regioni sono costrette ad importare beni e servizi a sostegno di
consumi ed investimenti per una quota del Pil spesso superiore a 20
punti percentuali».
imprese italiane che ricorrono a finanziamenti bancari «è
sistematicamente inferiore nelle regioni del Mezzogiorno rispetto al
Centro-Nord» e «la maggiore rischiosità si riflette sui livelli dei
tassi d’interesse, mediamente superiori di circa un punto percentuale
indipendentemente dalla durata del prestito».
delle imprese italiane resta molto piccola: circa 4 addetti per impresa
e in Europa «superiore nel 2007 soltanto a quella di Portogallo e
Grecia». Una peculiarità, questa, che non aiuta lo sviluppo.
riferito al 2008 e si tratta di una percezione in aumento, visto che la
quota di intervistati preoccupati per la criminalità nel 2005 era del
56,5%. In Campania preoccupati sono quasi 7 cittadini su 10. In molte
regioni del Nord, inoltre, rileva l’Istat, la segnalazione del tema
della criminalità si accompagna a un’elevata incidenza delle
preoccupazioni legate all’immigrazione extracomunitaria.