Istat, sale ancora l’inflazione +1,7%
Sale l’inflazione. Secondo le stime preliminari diffuse oggi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività relativo al mese di ottobre presenta una variazione di più 0,2% rispetto al mese di settembre e di più 1,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Rispetto a settembre, aumentano soprattutto Bevande alcoliche e tabacchi, Istruzione, Servizi ricettivi e di ristorazione (rispettivamente più 1,6%, più 1% e più 0,7%). Rispetto a ottobre dello scorso anno, invece, gli aumenti più elevati si registrano per Bevande alcoliche e tabacchi e Trasporti (per entrambi più 3,9%), Altri beni e servizi (più 3,4%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 2,7%). Una variazione tendenziale negativa si è verificata nel capitolo Comunicazioni (meno 2,6%).
Per i Consumatori, si tratta di una situazione “inaccettabile” che evidenzia “speculazioni in atto”. Commenta il presidente NoiConsumatori Angelo Pisani: “Inaccettabile ed inammissibile che, in una situazione come quella che il Paese attraversa, il tasso di inflazione torni a crescere”. Per l’ associazione “si tratta di un dato gravissimo, che attesta la presenza di forti speculazioni in atto, contro le quali il Governo dovrebbe intervenire in maniera decisa e determinata”.
“La famiglie, infatti, non ne possono più – denuncia NoiConsumatori – A confermarlo sono tutti i parametri economici: cassa integrazione e disoccupazione non accennano ad arrestarsi; i consumi sono in caduta libera, persino quelli nel settore alimentare; il potere di acquisto delle famiglie diminuisce di giorno in giorno facendo registrare una contrazione del 9,6% dal 2007 ad oggi. Di fronte a questa situazione, prezzi e tariffe che tornano inspiegabilmente a salire avranno ricadute estremamente negative non solo sul benessere delle famiglie, ma anche sull’intera economia del Paese. Vi è da aggiungere, inoltre, che sono ancora sottostimate, purtroppo, le ripercussioni determinate dall’inflazione all’1,7%, pari a circa 510 euro annui a famiglia. Le indagini stimano, infatti, per effetto degli aumenti di prezzi e tariffe, nel 2010, una stangata di ben 1.118 euro annui a famiglia”.