Italia, dato sconvolgente: il numero dei disoccupati supera quello degli occupati!
L’Italia è uno dei Paesi europei con “la maggiore diffusione di
situazioni di redditi relativamente bassi: una persona su 5 è a rischio
vulnerabilità economica”. Lo rivela il rapporto annuale dell’Istat
sulla situazione del paese nel 2008. E con i salari ai minimi termini
una famiglia su 5 fa fatica a pagare affitti, mutui e spese impreviste.
Ma la cosa che preoccupa di più è il lavoro. Con la crisi in atto le
condizioni del mercato sono peggiorate sensibilmente e per la prima
volta dal 1995 la crescita del numero dei disoccupati ha superato
quella degli occupati.
La fotografia scattata dall’istituto di
statistica mette anche in evidenza che il lavoro atipico non è solo la
principale modalità di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Quasi la metà dei lavoratori atipici possiede un’esperienza lavorativa
almeno decennale e riguarda sempre più gli adulti e spesso con
responsabilità familiari.
Altra novità riguarda il nuovo
identikit del disoccupato: è uomo, tra i 35 e i 54 anni, residente nel
Centro-Nord, in possesso al massimo della licenza secondaria, e ha
perso un lavoro alle dipendenze nell’industria.
Ma vediamo quali sono i punti salienti del rapporto annuale:
Una famiglia su cinque ha un reddito basso
Le
famiglie italiane hanno un reddito in linea con quello medio europeo.
L’Italia è però uno dei paesi con la maggiore diffusione di situazioni
di reddito relativamente basso: una persona su cinque è infatti a
rischio di vulnerabilità economica e vive in famiglie che hanno un
reddito inferiore del 60% rispetto alla media.
Ma il Belpaese non
è l’unico a trovarsi in questa situazione. Rischi altrettanto elevati
si osservano in Spagna, Grecia, Romania, Regno Unito e nei paesi
baltici.
Il rischio di vulnerabilità economica a causa di un
reddito insufficiente è particolarmente elevato nelle regioni
meridionali. La distribuzione disomogenea sul territorio delle
situazioni di basso reddito è una peculiarità italiana.
Nel 2007
sono esposte al rischio meno di otto persone su cento nel Nord-est,
poco più di dieci nel Nord-ovest e nel Centro e circa una su tre nel
Mezzogiorno.
Confrontando i diversi tipi di famiglia, il rischio
di vulnerabilità economica cresce con il numero di figli, soprattutto
se minorenni e in presenza di un solo genitore.
Le famiglie hanno difficoltà a pagare bollette e affitti
Il
22,2% delle famiglie italiane, pari a 5.394.068, ha difficoltà a pagare
bollette e affitti. Circa 2 milioni e mezzo (10,4% del totale)
segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano
potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di
bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella maggioranza
dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700
euro. Un milione e 330mila famiglie (5,5%) incontra invece difficoltà
nel fronteggiare alcune spese.
La maggioranza di queste famiglie
si è trovata almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare
le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quelle per i
trasporti.
Un milione e 500mila famiglie (6,3%) denunciano
inoltre, oltre a seri problemi di bilancio e di spesa quotidiana, più
alti rischi di arretrati nel pagamento delle spese dell’affitto e delle
bollette, nonché maggiori limitazioni nella possibilità di riscaldare
adeguatamente la casa e nella dotazione di beni durevoli.
Sul
fronte opposto ci sono dieci milioni di famiglie (41,5%) che
mostrano livelli inesistenti o minimi di disagio economico. Si tratta
di famiglie con redditi alti e medio-alti, più diffuse nel Nord del
paese. Circa 8 milioni e 800mila (36,3%) vivono in condizioni di
relativo benessere. Si tratta prevalentemente di famiglie formate da
adulti e anziani a reddito medio e di altre più giovani a reddito medio
e medio-alto, che hanno come problema quasi esclusivo il rimborso del
mutuo.