“Italiano di m…” è meno grave dello stesso insulto a un nero
L’espressione “italiano di m…”, pur essendo un’ingiuria, non ha
l’aggravante dell’odio razziale. Come l’espressione “Negro di
m…”. E’ quanto si deduce da una sentenza della Cassazione che ha
confermato la condanna al pagamento di una multa di 900 euro
inflitta dal giudice di pace di Pordenone ad un extracomunitario
per ingiuria, percosse e minaccia nei confronti di un italiano.
L’imputato, in particolare, si era rivolto alla parte offesa
chiamandolo ‘italiano di m..’, ma il giudice non aveva ritenuto di
dover applicare nei suoi confronti l’aggravante della connotazione
razzista.
Contro tale verdetto si era rivolto alla Cassazione il procuratore
generale di Trieste, chiedendo una pena più severa per l’imputato,
ma i supremi giudici, hanno ritenuto infondato il suo ricorso
specificando che una precedente pronuncia sull’l’espressione
‘sporca negra’ integrasse invece “gli estremi di ingiuria aggravata
dalle finalità di discriminazione o di odio etnico e razziale, in
quanto essa era correlata nell’accezione corrente, adottata nel
nostro territorio, proprio ad un pregiudizio di inferiorità
razziale”.
Nel caso in esame, però, spiegano nella sentenza, “non si desume
che la frase ingiuriosa ‘italiano di m..’ fosse stata pronunciata
consapevolmente per finalità di discriminazione, di odio nazionale
razziale o di conflitto tra persone a causa dell’etnia, non
risultando che l’imputato avesse manifestato, nel contesto in cui
erano state profferire, odio e sentimenti similari connaturati ad
una situazione di inferiorità degli italiani. Anche perchè –
osservano i giudici di piazza Cavour – non si può ritenere che il
riferimento all’italiano, nel nostro territorio, possa dare luogo
ad un pregiudizio corrente di inferiorità”.