«La banca del Sud rientrerà in Finanziaria»
Boccia il progetto Isola e annuncia che rivolterà «come un calzino» la
formazione professionale della Regione Campania. Spiega che la Banca
del Sud è un’iniziativa a cui il governo «tiene tantissimo» e auspica
la nascita di un forte e autonomo soggetto bancario nel Mezzogiorno,
con il coinvolgimento di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Promette infine
che l’esecutivo non accetterà a scatola chiusa il piano di
riconversione della Fiat per gli stabilimenti del Mezzogiorno. È un
Sacconi a tutto campo quello che ieri pomeriggio, dopo una mattinata
trascorsa ad Avellino, interviene a Palazzo Partanna per partecipare a
un convegno sulla formazione e la flessibilità. Insieme al ministro del
Welfare c’è il numero uno degli industriali partenopei Gianni Lettieri,
mentre il segretario della Cisl Raffaele Bonanni arriverà solo a
convegno iniziato. La scena della conferenza stampa che precede
l’appuntamento di Palazzo Partanna è dunque tutta per Sacconi, che,
stimolato dalle domande dei giornalisti, parla di formazione e non
solo, senza risparmiare qualche affondo alla Regione. «Il 2010 sarà un
anno “diversamente difficile”, in cui dovremo affrontare una
cronicizzazione del livello di inattività – spiega -. In questo
contesto la formazione sarà molto utile, ma dovrà essere svolta in
stretto collegamento con le imprese». Decisivo, spiega il ministro,
sarà il ruolo delle Regioni. Ed è a questo proposito che arriva la
prima stoccata a Palazzo Santa Lucia, accusato di fare una formazione
«che non serve a niente e fa felici solo i formatori». Di qui
l’intenzione di «rovesciare come un calzino» la formazione della
Campania con l’obiettivo di farne una vera, che sostituisca gli
attestati di frequentazione con le certificazioni di competenza. A chi
gli chiede se le sue critiche si riferiscano in particolare al progetto
Isola, destinato alla formazione di 4mila disoccupati campani, Sacconi
replica in maniera esplicita: «Mi auguro che nessuno pensi che quel
progetto andasse bene così». È poi la volta della Banca del Sud,
un’iniziativa «a cui teniamo tantissimo» e che «entrerà in
Finanziaria», nonostante lo stop arrivato dal Senato all’istituto
fortemente voluto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Banca del
Sud che è utile non solo perché potrà fare da «moltiplicatore» e da
«volano» agli istituti locali che vi parteciperanno, ma anche perché
servirà a riproporre il tema della soggettualità delle banche
meridionali. «Dopo il 1992, le riorganizzazioni bancarie sono state
decise dalla borghesia del Nord-Ovest, mentre al Sud la progettualità è
stata azzerata – spiega -. Il nuovo istituto per il Mezzogiorno
potrebbe stimolare i grandi gruppi che hanno assorbito il Banco di
Napoli e quello di Sicilia a riconferire maggiore autonomia, attraverso
adeguate deleghe, a questi istituti, a lasciare che siano le teste
presenti sul territorio a valutare e decidere sul merito del credito».
Dunque un appello diretto a Intesa Sanpaolo (di cui fa parte il Banco
di Napoli) e a Unicredit (che ha assorbito il Banco di Sicilia) a dar
vita a soggetti dotati di un’importante autonomia operativa nel
Mezzogiorno. «Non sogno una Banca delle due Sicilie – precisa – ma
comunque un soggetto con una forte delega». Sacconi interviene infine
sulle anticipazioni del piano Fiat per gli stabilimenti italiani,
spiegando che il 2010 sarà caratterizzato dalla presentazione di molti
piani di riconversione industriale e che in un contesto del genere
l’obiettivo del governo sarà quello di «valorizzare il più possibile la
capacità produttiva del nostro Paese». Si torna al tema del convegno
con gli interventi di Lettieri, Bonanni e del vicepresidente
dell’Unione industriali con delega alla Formazione Mario Mattioli,
tutti concordi con il ministro sulla necessità di un legame più stretto
tra imprese e centri di formazione. «In una fase di grandi
ristrutturazioni industriali come quella che stiamo vivendo – conclude
il numero uno della Cisl – non esiste nuova produzione senza
un’adeguata formazione continua».