La denuncia. Duecento legali citano il Ministero di Giustizia: «Nella Torre A non si può lavorare»
Ascensori rotti e sovraffollati, scale antincendio invase ogni giorno da migliaia di persone per salire e scendere da un piano all’altro e, infine, escrementi di colombi e rifiuti vari che minano l’igiene dei corridoi. Non è la descrizione di una delle tante attività che non rispettano le norme della legge 626, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, bensì quella del nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, la Torre A del Centro direzionale. Un edificio in cui, secondo gli avvocati partenopei, si rischia la vita ed è impossibile lavorare. Una “sentenza”, questa, che è contenuta nella citazione che questa mattina verrà presentata al Ministero di Giustizia da duecentocinquanta legali di Napoli e provincia. A guidarli c’è Angelo Pisani, che insieme all’avvocato Andrea Dello Russo, già a gennaio, costrinse il Ministero di grazia e giustizia a pagare 500 euro a centocinquanta avvocati come rimborso per disservizi, stress e violazioni alle norme dovuti al trasferimento degli uffici da Castelcapuano alla Torre A. «Quella causa fu fatta per principio, questa, invece, ci serve per dimostrare al Ministero e alle istituzioni che è impossibile lavorare così – spiega Pisani – . Citiamo il Ministero di Giustizia per danni da perdita di chance, danni alla salute degli avvocati, danni patrimoniali e personali da stress, nonché per giustizia negata. Da gennaio ad oggi abbiamo dovuto lavorare subendo grandi difficoltà dovute al lento trasferimento degli uffici dal Centro storico al Centro direzionale. La spola da una parte all’altra della città – spiega l’avvocato – ha provocato perdite di tempo, disagi e infarti agli avvocati». Ma ora che la Corte di appello, il Tribunale del lavoro e il Tribunale civile, compreso la Fallimentare sono stati trasferiti nella torre di 29 piani, fare l’avvocato è diventato ancora più difficile. Basta farsi un giro per comprendere che la professione del legale si svolge tutta in verticale, gli ascensori sono sovraffollati, alcuni rotti e siccome non ci sono scale intermedie, ogni giorno migliaia di togati e cittadini utilizzano la scala esterna che, però, dovrebbe essere usata solo in caso di incendio. Al momento è l’unica che consente di spostarsi da un piano all’altro senza dover attendere il turno per l’ascensore. Per non parlare, poi, dell’aria condizionata che funziona a tratti, dei canaloni non igienizzati, degli escrementi di colombi e delle porte di sicurezza a spinta che si aprono in senso antiorario, quindi al contrario. «È vero – afferma Pisani – il Tribunale di Napoli rappresenta una grande contraddizione: qui si fanno le cause per rispettare le leggi e poi non si rispettano le norme della legge 626. L’organizzazione deve cambiare, la giustizia è un diritto costituzionale che non può essere negato».