LA GIUSTA PUNIZIONE – IN CARCERE PER AVER UCCISO UN CANE
Aveva massacrato un
cucciolo di cane fratturandogli in più punti la spina dorsale, incurante degli sguardi dei condomini, poi lo aveva caricato agonizzante sullo scooter buttandolo alla fine in un cassonetto. Ora l’autore di questo crimine, un professore cagliaritano, è stato recluso nel carcere di Buoncammino per decisione del gip.
Ma ricostruiamo la squallida vicenda. Il professor Antonino S., docente all’università del capoluogo sardo, da tempo era protagonista di animati litigi con un altro condomino per questione connesse alla gestione degli spazi comuni, come accade purtroppo in tutti i condomini. Alla fine ha tirato fuori tutti i suoi istinti più feroci e se l’è presa con la cagnolina del vicino, Giorgio Giambroni.
Il 12 ottobre scorso Giabroni si allontana da casa per qualche ora e come sempre lascia in cortile i suoi cani: una meticcia anziana, che resta libera perché ormai abituata a non allontanarsi, e la piccola di un anno, che tiene ad una leggera catena per impedire che possa perdersi. Ed è proprio sulla piccola che il professore scarica la sua rabbia. Raggiunge il cortile e aggredisce la piccola, che ha solo dieci mesi e pesa circa tre chili. La prende a bastonate e la sbatte contro il muro. Lei è legata, non puù figgire. Poi strappa la catena, la prende a bordo e la getta nel primo cassonetto.
Una vicina di casa ha visto tutto. Chiama l’Ente protezione animali, poi i Carabinieri, che alla fine identificano l’aggressore.
Quando la ritrovano nel cassonetto la piccola è ancora viva, ma per lei non c’è più nulla da fare, ha la colonna vertebrale spezzata in più parti. Ma, per una volta, la giustizia fa stavolta il suo corso.
Lo scorso 24 ottobre il gip Maria Chiara Manganiello ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: il professor S. viene ritenuto socialmente pericoloso e per lui si aprono le porte del Buoncammino, la casa circondariale di Cagliari.
Fino a due anni fa per fatti del genere si rischiava soltanto una multa.
Poi nel 2004 è arrivata la legge 189, che innalza le sanzioni pecuniarie e
introduce la possibilità di condanna al carcere fino a tre anni per chi
maltratta, tortura e uccide gli animali “di affezione”: i cani e i gatti. Il professor Antonino S. è la prima persona in Italia arrestata e detenuta in carcere
per il reato di maltrattamento su animali:
un importante traguardo per tutte le associazioni animaliste che hanno
combattuto prima per l’approvazione e poi per l’applicazione della legge 189.