La guida alle nuove mini detrazioni. Cosa cambia con la dichiarazione 2013
Le novità in materia di deduzioni e detrazioni contenute nella Legge di
Stabilità rappresentano il primo passo verso quella riduzione delle
agevolazioni fiscali su cui il governo Monti è al lavoro da tempo e che
ha come obiettivo finale il recupero di risorse per far quadrare i conti
dello Stato. L’effetto immediato per i contribuenti con un reddito
imponibile superiore ai 15 mila euro è che per alcune deduzioni e
detrazioni sarà introdotta una franchigia di 250 euro e che lo sconto
fiscale massimo per alcune detrazioni sarà in tutto di 570 euro. Infatti
d’ora in avanti il 19% sarà applicabile a un tetto complessivo massimo
di 3 mila euro.
Cosa vuol dire per un bilancio familiare? Che si contrae la
possibile riduzione della base imponibile su cui si calcolano le tasse e
dunque si assottiglia lo «sconto» fiscale, perché ad ogni voce
interessata andrà applicata la franchigia di 250 euro e per le
detrazioni anche il tetto. Se confermato in Aula alla Camera, il taglio
di deduzioni e detrazioni colpirà i redditi del 2012 con effetto
retroattivo. Dunque le spese già fatte nell’anno corrente, sulle quali
si considerava un certo «risparmio» fiscale, avranno un peso diverso sul
bilancio familiare rispetto a quanto preventivato.
Gli oneri deducibili a cui sarà applicata la franchigia sono quelli
previsti dall’articolo 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi
(quelle indicate dal comma 1, lettere a, b, c, d, e-ter, f, g, h, l-bis,
l-ter, l-quater). Mentre le detrazioni «minori» interessate dal
provvedimento sono quelle elencate dall’articolo 15 sempre del Tuir. Non
rientrano nella franchigia i contributi previdenziali e assistenziali,
né quelli per la previdenza complementare e quelli per le colf. Mentre
non vanno a costituire il tetto massimo dei 3 mila euro le spese
sanitarie, che restano detraibili al 19% senza limite ma che vedono la
franchigia salire da 129,11 euro a 250 euro.
al coniuge, le spese mediche e di assistenza per i disabili, i
contributi ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, i
contributi alle Ong per i Paesi in via di sviluppo, le erogazioni
liberali a favore di istituzioni religiose, di università e fondazioni
universitarie. La stretta sulle detrazioni colpisce gli interessi sul
mutuo per la prima casa, le spese per l’intermediazione immobiliare
sull’acquisto dell’abitazione principale, le spese per l’asilo nido, per
l’istruzione (superiore e università) e per l’attività sportiva dei
figli di età compresa tra i 15 e i 18 anni (poiché ora la detrazione è
per importi non superiori ai 210 euro, con la franchigia salta del
tutto), le spese per l’affitto degli studenti fuori sede, le spese
funebri, quelle veterinarie e per le erogazioni liberali (Onlus,
associazioni sportive e di promozione sociale), le assicurazioni sulla
vita e contro gli infortuni.
Istruzione
Limiti ai contributi versati per università e scuole superiori private
Il
doppio limite di 250 euro per voce di spesa e 3.000 euro per il
complesso delle detrazioni penalizza chi spende per l’istruzione dei
figli o per promuovere attività culturali. In particolare, le spese per
istruzione sono detraibili anche quando sono sostenute per pagare
l’iscrizione in una scuola secondaria o in un’università privata, ma la
detrazione deve essere commisurata a quanto previsto per le tasse
dell’istruzione pubblica e qui il contribuente deve darsi da fare per
conto suo perché non esistono tabelle ministeriali di riferimento. Sono
detraibili i contributi pagati per le scuole superiori, per le
università e i master post laurea, e anche le scuole superiori e i corsi
universitari frequentati all’estero. A questo proposito il ministero ha
precisato che per il calcolo delle detrazioni bisogna fare riferimento
ai costi delle scuole o degli atenei che in Italia offrano un corso di
studi analogo, prendendo a riferimento l’offerta formativa nel Comune
più vicino a quello di residenza fiscale del contribuente.
Gino Pagliuca
Erogazioni liberali
Nel mirino donazioni a partiti, movimenti e anche alle Onlus
Se
sarà confermato l’impianto del decreto i partiti perderanno una fonte
di gettito legale. La normativa previgente infatti prevedeva la
possibilità di versare tra 51,65 e 10 mila euro a favore dei movimenti
politici, purché i beneficiari abbiano o abbiano avuto in passato almeno
un parlamentare alla Camera o al Senato. Significa che in teoria
sarebbe stato possibile ottenere uno sgravio fiscale fino a 1.900 euro;
con le nuove regole il massimo ottenibile, e purché non vi siano altri
oneri detraibili, scende a 570 euro. Per avere un termine di paragone,
il tetto massimo di spesa detraibile per le Onlus è di 2.065 euro. Per
ottenere la detrazione è necessario che il versamento sia stato
effettuato in posta o in banca su un conto corrente creato ad hoc e che
il contribuente nell’anno precedente quello cui si riferisce la
dichiarazione non abbia presentato conti in perdita. È lecito pensare
che questo taglio non è tra quelli che più preoccupano i contribuenti.