“La mia azienda chiude per colpa dell’usura di Stato”
Lavoro da ventidue anni nel settore dell’ ottica e la mia e’ una ditta individuale. Negli ultimi dieci anni ho prodotto per la Società multinazionale mandante, un fatturato pari a circa quaranta milioni (40.000.000) di euro.
Alla fine degli anni novanta, per far fronte a problemi economici causati dalla persona con cui convivevo, ho dovuto estinguere debiti per grosse somme di denaro e, pur redigendo regolari dichiarazioni dei redditi, la mancanza di liquidità conseguente a quanto suddetto mi impediva di versare le somme relative alle dichiarazioni stesse.
Dall’anno 2006 pago alla Società Equitalia Nomos di Pordenone (ora Equitalia Friuli Venezia Giulia SPA), somme relative a cartelle esattoriali emesse dalla stessa Società per un’importo di novemila (9.000) euro mensili, che tre anni fa hanno raggiunto la cifra di tredicimila (13.000) euro pagati per un anno “extra capitolo”.
In questi anni , con spirito di abnegazione e responsabilità, ho onorato le scadenze ed i pagamenti. Circa un anno fa, spese e costi non prevedibili, mi hanno costretto a saltare una rata, e da quel momento la allora rata di settemila(7.000) euro, l’unica insolvente dall’inizio di questa nefasta vicenda, tra interessi di mora ed oneri di diversa natura sono diventati,nel giro di circa 10 mesi, trentaquattromila (34.000) euro a causa di sanzioni che sono cresciute di mese in mese diventando cinque volte superiori alla cifra iniziale.
La conseguente impossibilita’ di far fronte al pagamento di una somma così consistente ha prodotto il fermo amministrativo dell’automobile, che in quanto agente di commercio rappresenta per me il principale strumento di lavoro, il pignoramento delle provvigioni, l’ipoteca di secondo grado sull’abitazione ed una segnalazione al CRIF.
Vorrei precisare che la ditta individuale di cui sono titolare, nel corso del 2010 ha prodotto per l’Azienda mandante un fatturato di circa quattromilionicinquecentomila (4.500.000) euro, incrementando il fatturato dell’anno precedente! Tuttavia, in seguito alle azioni VESSATORIE ED USURAIE della Società Equitalia che mi ha privata degli strumenti e delle possibilità di far fronte al debito, mi trovo costretta a cessare un’attività fiorente da decenni. Mentre migliaia di Aziende chiudono per la crisi economica internazionale, la mia azienda chiude perché COLPITA DALL’USURA DI STATO !
Quanto accaduto mi sta causando gravi problemi sul piano psico-fisico , compreso uno stato depressivo che sto cercando di curare ricorrendo a psicofarmaci . Situazione che non ho mai dovuto affrontare nella mia vita. Quanto esposto mi induce a chiudere i battenti ma non ad arrendermi di fronte ad una grande ingiustizia.
Pretendo verifiche e risposte riguardanti le pratiche e le azioni della Società Equitalia F.v.g SPA di Pordenone, in quanto nessuno ha mai potuto appurare in che misura e secondo quali criteri siano stati applicati more ed oneri ancorché legittimi e se si siano verificati casi di irregolarità o errori di conteggio relativi alla mia esposizione.
Tale richiesta in seguito a quanto verificatosi in data 31 gennaio 2011 in cui, dopo il versamento dei trentaquattromila (34.000) euro richiesti da Equitalia, mi veniva comunicato un errore di conteggio che mi richiedeva un ulteriore versamento per la somma di tremila (3.000) euro da pagare IMMEDIATAMENTE altrimenti tutto sarebbe stato vano , e, nonostante il versamento dei trentaquattromila (34.000) , avrei perso tutto.
Alla mia veemente reazione, quella di colei che ormai non ha più nulla da perdere, e di fronte alle mie minacce al Direttore di Equitalia nelle quali dicevo che avrei reso di dominio pubblico tutta vicenda degli errori, lo stesso mi prorogava, dicendo di averne facoltà, il pagamento dell’ultima somma. Stranamente l’inderogabile “immediatamente ” si trasformava in derogabile.
Ora rivendico il DIRITTO ALLA TRASPARENZA con risposte chiare, precise ed inconfutabili, affinché a pagare non siano sempre i soliti noti ed al fine di poter far emergere eventuali comportamenti non etici che stanno portando alla rovina migliaia ( o milioni?) di persone e, di conseguenza , la Nostra Economia.