La Norvegia “corteggia” la monnezza di Napoli: dai rifiuti si ricava energia
Se Milano, Torino, Venezia, Genova oppongono un secco no ai rifiuti di Napoli e provincia, ci sono i paesi scandinavi a fare la corte alla monnezza accumulata per strada, ormai arrivata a 12mila tonnellate tra il capoluogo e i comuni circostanti. «Credo — spiega Giovanni Romano, assessore regionale all’ambiente— che chiuderemo presto l’accordo con le aziende norvegesi, i cui rappresentanti ieri hanno terminato il sopralluogo negli impianti campani. Circa duecentomila tonnellate l’anno di frazione secca al costo di 90 euro a tonnellata. Sono anche interessati al tritovagliato umido, avendo impianti che bruciano al di sotto dei 13 mila kilojoule. Ogni nave porterà un carico di 4mila tonnellate. E questi paesi hanno necessità di bruciare combustibile da rifiuto per ricavare energia, giacché la loro produzione di spazzatura è di parecchio inferiore al fabbisogno energetico. Inoltre, A2A ha chiuso l’intesa con l’Andalusia dove trasferiremo, in una ventina di giorni, essendo state già avviate le procedure autorizzative, 40 mila tonnellate di umido a circa 130 euro a tonnellata».
«PULIZIA COMPLETA» ENTRO L’8 DICEMBRE – Romano promette che «se le province campane capiranno che anche i loro stir sono ormai saturi della frazione secca da dover trasferire al termovalorizzatore di Acerra e, quindi, in un rapporto di reciprocità dovranno ricevere i rifiuti di Napoli per liberarsi dei loro, per l’8 dicembre riporteremo capoluogo e circondario alla completa pulizia». Le promesse, si sa, finora sono state travolte dall’impetuosa estensione dell’emergenza, così le scadenze annunciate. Tanto che persino l’arrivo a Napoli di Silvio Berlusconi, stavolta dato per domani (26 novembre), resta appeso a un filo di incertezza. Secondo indiscrezioni, il premier giungerebbe nel capoluogo partenopeo per ufficializzare con il presidente della Regione, Stefano Caldoro, e i presidenti delle Province di Napoli e Salerno, Luigi Cesaro e Edmondo Cirielli, la nomina del commissario che dovrà gestire le procedure di aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione dei due impianti di termovalorizzazione. E per questo, circola il nome del generale di divisione Franco Giannini, ex vice di Guido Bertolaso e di Gianni De Gennaro nella struttura commissariale per l’emergenza rifiuti, già a capo del Comando Logistico Sud dell’Esercito italiano, ed ora ai vertici dei servizi di sicurezza nazionale proprio con De Gennaro. Ieri, intanto, oltre alla riunione della Conferenza unificata convocata dal ministro Raffaele Fitto, anche i parlamentari campani del Pdl hanno fatto il punto della situazione con il governatore Caldoro.
APERTURA DELLA DISCARICA DI SERRE – È stato apprezzato il testo del decreto e auspicata la rapida apertura (per l’inizio della prossima settimana) di Macchia Soprana, la discarica di Serre, per accogliere esclusivamente la spazzatura di Salerno, circa 500 tonnellate al giorno. Ma il sindaco del comune, Palmiro Cornetta, ha già minacciato di dar vita a un nuovo fronte di protesta. Infine, la vicenda del termovalorizzatore di Salerno: il sindaco Vincenzo De Luca ha ammonito la Regione: «Senza la certezza della qualità tecnologica più avanzata, della trasparenza delle procedure amministrative e senza il pieno coinvolgimento del Comune di Salerno, la disponibilità ad ospitare e realizzare l’impianto è assolutamente revocata». Insomma, De Luca non transige e anticipa che sarà pronto a opporsi alle nuove competenze stabilite dal decreto legge. «Nel corso del mio mandato di commissario di Governo, ho dato prova di straordinaria efficienza e capacità operativa».
DE LUCA AMMONISCE LA REGIONE – E nella sua lunga dichiarazione, dopo aver elencato tutti gli sforzi messi in campo, ricostruisce la vicenda, dall’espletamento dell’unica gara d’appalto del giugno del 2009: «La Commissione giudicò irricevibile l’unica offerta pervenuta. Si giunse, quindi, ad un passaggio centrale. Nel luglio del 2009, in qualità di commissario di Governo, ritenni opportuno scrivere al sottosegretario Gianni Letta; al sottosegretario Guido Bertolaso e all’allora presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Segnalai – sollecitando un apposito incontro mai concesso – che tra le criticità emerse figurava quella di garantire ai concorrenti certezza in ordine all’obbligo di conferimento dei rifiuti fino al raggiungimento di un quantitativo congruo rispetto all’investimento. Di questo fondamentale elemento di valutazione da parte delle imprese non c’è ancora oggi alcuna traccia, a conferma della totale incapacità di valutazione della situazione. Insomma, sono davvero tanti a non sapere, o a fare finta di non sapere, di che cosa si parla. Nel frattempo, si spostavano le competenze, caso unico in Italia, sulle Province. Cominciavano a pesare i gruppi di potere politico-affaristici, che si stanno fortemente agitando in queste ore».
ROMANO RISPONDE – L’assessore regionale, Romano, rinvia al mittente: «Se De Luca fosse stato efficiente come dice avrebbe portato a termine il suo compito. Non ha mai ricevuto riscontri alla sua richiesta perché quella lettera inviata a Governo e Regione Campania conferma il fallimento della sua missione commissariale. E poi, non parli di comitati d’affari — chiude Romano —: perché il leader del Pd, l’emiliano Bersani, ha fatto irritualmente irruzione alla riunione del consiglio dei ministri? Com’è che l’emiliano Bersani si è tanto preoccupato di chi dovesse realizzare l’impianto?».