La pillola del riposo senza sonno Scoperta antistress di ricercatori Usa
Immaginate un mondo senza sonno.
Immaginate i settemila caffè che cambiano il volto a una società che
non dorme mai. Neanche nei peggiori incubi. Certo, dicono che Leonardo
da Vinci dormisse quindici minuti ogni quattro ore. E che a Mozart
bastassero tre ore per notte.
Ma erano tipi fuori dalla norma anche in questo. Eppure a qualcuno
piace sveglia, l’umanità, perennemente in movimento. Ancora una volta è
la rivista Nature ad anticipare la scoperta di un gruppo di ricercatori
americani. Questi sarebbero riusciti a eliminare gli effetti negativi
della carenza di sonno sulle performance mentali. Siamo a un passo
dalla «pillola dell’eterno riposo» o, se preferite guardarla dall’altro
verso, dal «farmaco dell’insonnia permanente».
Lo studio, condotto a Philadelphia da Ted Abel, si basa sulla
constatazione che nell’ippocampo dei topi che dormono troppo poco
aumentano i livelli di un enzima e diminuiscono quelli di una molecola
fondamentale per memorizzare nuove informazioni, grazie alla formazione
di nuove sinapsi. I ricercatori hanno provato sperimentalmente a
ridurre l’enzima Pde4 e si sono accorti che contestualmente la molecola
Camp aumentava, mantenendo così le normali performance di
apprendimento, nonostante il sonno perso. Il principio in teoria è
semplice: se si riesce a modulare la concentrazione di Pde4, è
possibile creare le condizioni per superare momenti particolarmente
stressanti della vita ed eliminare i deficit mnemonici delle persone
che soffrono di insonnia.
Il passo successivo, però, è la constatazione che il sonno potrebbe non
essere poi così necessario, visto che i circuiti molecolari non vanno
più in tilt e le nostre capacità cognitive possono mantenere comunque
un livello ottimale. Con buona pace dei tanti studi scientifici sulla
irrinunciabilità dell’alternanza sonno-veglia. Alla Stanford
University, tanto per citare uno dei centri di ricerca più importanti,
hanno sostenuto fino a ieri che per l’umanità il debito di sonno può
essere una minaccia maggiore del debito monetario. Cambieranno idea
anche loro?
Già in un secolo abbiamo perso circa 90 minuti di riposo al giorno,
arrivando oggi alla media italiana di sei ore e mezzo a notte. Se
davvero si arrivasse alla pillola per non dormire più, le conseguenze
sulla salute e sulla qualità della vita non tarderebbero a farsi
sentire. Perché il nostro corpo, con o senza l’enzima giusto, subirebbe
comunque l’usura di un ritmo pesantemente alterato.