La procedura fallimentare supera sette anni? I creditori vanno risarciti
Qualora la procedura
fallimentare superi sette anni i creditori hanno diritto ad essere
risarciti dallo Stato.
È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con una sentenza del 31
dicembre 2009, con cui ha precisato il limite massimo, in termini di durata, pari a sette anni, per il risarcimento. Piazza Cavour ha così accolto il ricorso di un creditore di un fallimento, un
lavoratore che doveva avere dei soldi dall’azienda, ribaltando quella che era stata la decisione dei giudici di merito. In particolare, si legge in sentenza: “Difformemente dalla decisione del 3.6.2009, innanzi
richiamata, correggendo
un’evidente errore materiale in essa contenuto (che indica in cinque
anni lo standard di durata della procedura fallimentare), va
conclusivamente affermato che alla luce dell’orientamento sopra
riportato della giurisprudenza della Corte di giustizia europea e degli
elementi dianzi sintetizzati concernenti la procedura fallimentare,
qualora non emergano elementi a conforto della particolare semplicità
della medesima, può quindi identificarsi, in linea tendenziale, in anni
sette il termine di ragionevole durata, entro il quale essa dovrebbe
essere definita. Ciò tenuto conto della ragionevole durata per tre
gradi di giudizio (sei anni) dei procedimenti incidentali nascenti dal
fallimento nonché dell’ulteriore termine necessario per il riparto
dell’attivo (un anno)”.