La Regione sfora il patto di stabilità buco da un miliardo, stop a mutui e assunzioni
NAPOLI
(9 aprile) – Lo sforamento è sul miliardo di euro. Per la precisione,
sono 970 milioni di euro se rapportato al bilancio del 2005, 1 miliardo
e 70 milioni se la base di calcolo è del 2007. Di certo, mercoledì
scorso, palazzo Santa Lucia ha firmato (e spedito alla Ragioneria
generale dello Stato) la dichiarazione di violazione del Patto di
stabilità.
Una doccia gelata che il successore di Antonio Bassolino apprende ieri
mattina durante il colloquio con Giulio Tremonti al ministero. «La
situazione è preoccupante, più seria del previsto», convengono Stefano
Caldoro e il titolare di via XX settembre. Inizialmente nell’incontro,
fissato da giorni, si doveva discutere del deficit sanitario. Ma lì
nello studio del ministro si appalesa ufficialmente un altro deficit. E
con lo sforamento del Patto sarà stop ad assunzioni (a tempo
determinato e non), blocco del turn over e delle consulenze e divieto
di superare, nelle spese correnti, il tetto massimo degli ultimi 3
anni.
Impossibile poi contrarre mutui e procedere a nuovi indebitamenti.
Senza contare il blocco del prestito di 1 miliardo concesso alla
Regione dalla Banca europea degli investimenti. Sinora era arrivata
solo la prima delle 4 tranche (da 250 milioni ognuna). Non saranno però
erogate le altre tre. Un blocco, una paralisi insomma. A meno che dal
governo e dalla Ragioneria non si studi un provvedimento di sanatoria.
E il Pdl attacca: «La situazione della Regione è drammatica. C’è di
fatto un dissesto finanziario che non ha precedenti», sottolinea il
parlamentare Maurizio Iapicca che aggiunge: «Ma il nuovo governatore ha
il senso delle istituzioni e si rimboccherà le maniche». Si vedrà nelle
prossime settimane. Di come uscirne se ne è iniziato a discutere già
ieri al ministero dell’Economia. In particolare, potrebbero essere
usati fondi strutturali ed europei per ripianare una parte di questi
conti in rosso che, è bene chiarire, non c’entrano nulla con quelli,
altrettanti in rosso, della sanità. E se il Pdl si dice sorpresa del
deficit e parla di «ultimo frutto avvelenato lasciato in eredità
Bassolino (Luciano Schifone)», da Santa Lucia si afferma con orgoglio
come, sì, «i paletti per evitare la violazione del Patto sono stati
aggirati appositamente».
A rivendicarlo con orgoglio è l’assessore uscente al Bilancio Mariano
D’Antonio che quasi si mostra sorpreso del clamore suscitato dalla
notizia. «In ben tre occasioni, e annunciandolo con comunicati
ufficiali, – spiega l’economista – abbiamo preso decisioni sapendo bene
che saremmo andati incontro allo sforamento. Ma siamo stati costretti».
Creditori, bonifiche, assistenza a disabili, sostegno alla cassa
integrazione e ai redditi bassi sono stati i capitoli più spinosi. «La
crisi ci ha spinto a prendere questa decisione. E così ha fatto la
Puglia. Non potevamo – spiega sempre D’Antonio – permetterci di
stoppare i crediti vantati da fornitori e imprese che rischiavano il
fallimento. Come non potevamo non sostenere le famiglie. E sforando
abbiamo evitato manifestazioni di disoccupati, cassintegrati e
incidenti di ordine pubblico».
D’Antonio conferma poi lo stop a contrarre debiti e prestiti e alle
assunzioni. «L’anno scorso questo stesso governo ha concesso una
sanatoria per la Puglia e la Sicilia. Può rifare la stessa cosa ora
anche perché la Campania è in buona compagnia. Oggi (ieri, ndr) i
sindaci del Nord, tra cui molti del centrodestra, sono scesi in piazza
per chiedere di sforare il Patto. Come è accaduto – conclude – in
queste ore, a quanto ne so, alla Sicilia ma anche per grandi comuni.
Roma compresa».