La rivincita dei prof precari campani: in 4200 avranno una busta paga regolare
In 4.200, da ieri sera, potranno dormire sonni tranquilli. La fumata
bianca è arrivata: almeno per quest’anno, poco più della metà dei
precari della scuola in Campania avrà una busta paga regolare a fine
mese. Il protocollo tra ministero dell’Istruzione e Regione è stato
siglato nel tardo pomeriggio di ieri, pochi minuti dopo le conferenze
stampa a distanza del ministro Mariastella Gelmini e del governatore
Antonio Bassolino. Una telefonata, un rapido scambio di elogi e di
ringraziamenti e le firme via fax: degli 8.200 precari campani, almeno
i 4.200 che avevano già un contratto annuale nel 2008/2009 sono salvi.
Il 60% del loro stipendio sarà garantito dalle indennità di
disoccupazione concesse dall’Inps e dal ministero del Welfare e un
ulteriore 30% sarà garantito dalla Regione, che ieri ha stanziato a
sorpresa 20 milioni di euro del Fondo sociale europeo. E gli altri
4.000? «Sarebbero stati esclusi comunque dalle graduatorie», fanno
sapere dal dicastero e da Palazzo Santa Lucia. Si dirà: è il solito
scandalo, pagati per non lavorare. Non è così: per poter accedere alle
indennità di disoccupazione e ai sussidi regionali, gli insegnanti
dovranno accettare eventuali supplenze brevi, impegnarsi in programmi
speciali per l’apertura pomeridiana delle scuole e per il contrasto
della dispersione scolastica oppure partecipare ai corsi di
aggiornamento. Solo in questo modo, continueranno ad accumulare
punteggio per le graduatorie vedendo così preservata l’anzianità
maturata finora per entrare in ruolo. «Stiamo facendo per la grande
fabbrica della scuola quello che abbiamo fatto per la grande fabbrica
Fiat di Pomigliano», dice Bassolino. E l’assessore regionale
all’Istruzione Corrado Gabriele annuncia che nelle prossime settimane
sarà istituita una cabina di regia per il monitoraggio della crisi
dell’occupazione nel mondo della scuola. E i precari? Pareri
contrastanti: c’è chi si dice tranquillo e chi continua a protestare.
Come le pasionarie di Benevento, un’altra notte all’addiaccio sul tetto
dell’edificio che ospita la sede dell’ufficio scolastico provinciale. O
come gli insegnanti ricevuti ieri mattina dal prefetto di Napoli
Alessandro Pansa: «Non abbiamo bisogno di assistenzialismo, solo l’idea
ci irrita», sbotta Antonella Giuliano, una delle sette docenti ricevute
dal prefetto. La soluzione prospettata dalla Regione Campania per
risolvere il problema del precariato nella scuola proprio non le piace.
E non fa nulla per nasconderlo: «Prendere lo stipendio e stare a casa a
braccia conserte non ci interessa – dice – Dopo venti anni di servizio,
vogliamo tornare in cattedra a combattere la dispersione scolastica».
Poi chiosa: «Se qualcuno alla Regione ci avesse voluto ricevere,
saprebbe benissimo che questa soluzione è una beffa, uno spreco di
soldi a danno degli studenti che vedranno peggiorare la qualità della
scuola e resteranno in trenta in un’aula senza supplenti mentre gli
insegnanti precari saranno pagati per seguire inutili corsi di
aggiornamento». Eppure tra i sindacati c’è chi esulta. «Si tratta di
una prima significativa risposta a chi si trova a vivere le drammatiche
conseguenze delle scelte fatte dalla Gelmini», sottolinea la Cgil
Campania. «Segnali positivi ma adesso bisogna tutelare anche il
personale tecnico amministrativo», aggiungono Cisl e Uil.