La tutela dei consumatori nel mercato libero dell’energia elettrica: inquadramento giuridico e difesa dei diritti.
Dal 1° luglio
Secondo coordinate giuridico-economiche, accreditate oramai dalla giurisprudenza comunitaria ed esaltate dalla dottrina italiana più autorevole, la nuova valorizzazione della pari concorrenzialità nel mercato comune si risolve in una duplice direzione: nell’osservanza del principio di parità di accesso, per tutti gli operatori economici, al settore di mercato, in relazione al quale opera il regime di piena liberalizzazione, ed, altresì, nel rispetto delle garanzie di libertà e correttezza nello svolgimento della competizione.
Alla stregua di tali assunti, evidenti sono le ricadute applicative sul versante della tutela dei diritti costituzionalmente garantiti, tanto in ordine alla salvaguardia della effettività della libertà di iniziativa economica ex art.41 Cost., quanto in ordine alla protezione delle posizioni giuridiche dei soggetti, quali consumatori ovvero utenti finali del prodotto o del servizio.
In tale prospettiva valoristica risalta un dato di assoluta significatività.
Grazie alla liberalizzazione del mercato, i consumatori acquistano il diritto alla libertà di autodeterminazione nelle scelte che investono la gestione delle proprie risorse patrimoniali, esercitando per tale via l’autonomia privata riconosciutagli dall’ordinamento.
Il sostanziale recupero di un potere contrattuale, finora ostacolato dalla vigenza di un monopolio di diritto, ed in taluni casi, anche di fatto, sortisce conseguenze immediate, a tal punto vantaggiose da tradursi in una pluralità di benefici per la complessiva sfera giuridica del consumatore.
Trattasi, comunque, di risvolti importanti, vari e diversificati, tutti avvinti, però, dalla stessa matrice comune, sopra riferita: la libertà di scelta per i soggetti di selezionare sul mercato libero l’offerta ritenuta più interessante, secondo parametri di convenienza economica e di stretta adeguatezza alle reali esigenze personali.
Ne discende che tutti possono scegliere liberamente un nuovo venditore di elettricità o cambiare contratto, in un regime di piena concorrenza che oggi riguarda sia le imprese che vendono energia elettrica che le imprese produttrici.
Pur tuttavia non sfugge all’evidenza che una scelta, intanto può dirsi libera, in quanto si traduca in una scelta informata, vale a dire nella possibilità di adottare decisioni scevre da condizionamenti esterni ed assistite, a monte, da una completa rappresentazione della realtà.
Ciò comporta il diritto del consumatore alla massima acquisizione dei dati conoscitivi, idonei a supportare di circostanze concrete e criteri utili il processo decisionale che precede la scelta di consumo.
I cittadini, dunque, per poter usufruire appieno dei propri diritti riguardo all’energia devono essere messi in condizione di divenire protagonisti attivi del mercato e non già meri fruitori a valle del prodotto, essendo, in fin dei conti, essi stessi investiti di un ruolo importante, essenziale per favorire la concorrenza fra i fornitori e promuovere, in definitiva, la migliore qualità dei servizi offerti.
Del resto, appare imprescindibile, per la maggiore efficienza del mercato, aggirare il rischio per cui l’introduzione di nuove tutele ed obblighi per gli operatori economici si traduca nella fissazione di meri diritti di carta per i consumatori, sprovvisti delle dovute garanzie.
Di qui, in primis la necessità di assicurare il diritto a condizioni trasparenti nei contratti cui si giustappone la tutela contro pratiche ingannevoli o informazioni fuorvianti.
A fronte di tali riflessioni teoriche, giova pertanto tener conto di quanto è stato finora realizzato sotto il profilo dell’attuazione concreta del nuovo regime di liberalizzazione, avendo cura di monitorare le distorsioni applicative che ricadono sui consumatori.
Infatti, benché siano trascorsi oramai nove mesi da quando è scattata la liberalizzazione dell’energia elettrica, non si è registrata alcuna percezione di vantaggi rilevanti per le famiglie, stante i continui rincari sulle bollette di luce e gas determinati dal vertiginoso aumento del costo del petrolio (di recente, il centro studi Rie -Ricerche industriali ed energetiche- ha previsto per aprile l’ennesima stangata).
Invero, l’Autorità garante per l’energia elettrica ed il gas ha reso pubblici dati interessanti che danno contezza della situazione attuale.
Secondo l’Authority, da fine gennaio già 700 mila clienti domestici (su un totale di 30 milioni) ricevono una bolletta “liberalizzata” (sono passati cioè dal mercato vincolato a quello libero, che dà la possibilità di scegliere di acquistare l’elettricità dall’operatore più conveniente) con un risparmio medio di 15 euro l’anno (-3,5%) che può arrivare a 30 nel caso si tratti di una fornitura congiunta energia elettrica/gas.
Ciò nondimeno l’Enel detiene a tutt’oggi la primazia sul mercato libero, atteso che la stragrande maggioranza degli utenti (circa 500mila, il 70%) ha optato per le tariffe liberalizzate dell’ex monopolista che ha puntato su un’offerta consistente nel blocco del prezzo per due anni.
Orbene, in chiave critica occorre evidenziare l’emersione di profili di sicura problematicità.
In special modo, è da ravvisare il livello ancora esiguo tra i consumatori della consapevolezza dei propri diritti, vieppiù accentuato dall’assenza di una completa e capillare informazione al pubblico.
Non a caso al dichiarato fine di garantire il diritto ad un approvvigionamento energetico sicuro e conveniente,
Di guisa che, oggi, con la liberalizzazione, l’integrazione del mercato e
Tuttavia, non possono disconoscersi le difficoltà presenti sul versante dell’attuazione del sistema venutosi a creare.
Preme, innanzitutto, osservare che sono ancora molti i fattori che rallentano il processo di liberalizzazione.
In particolare, il fatto che molte aziende siano ancora in disparte rispetto alla competizione di mercato deriva dal fatto che la parte di prezzo su cui il venditore può incidere è davvero esigua.
Deve, al riguardo, precisarsi che a comporre le voci della bolletta richiesta al consumatore sono: un prezzo di mercato per l’acquisto dell’energia (che può variare a seconda delle offerte dei venditori) al quale si aggiungono il costo per consegnare l’energia nelle case e misurare i consumi, gli oneri generali di sistema previsti per legge ( lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la ricerca, lo smantellamento delle centrali nucleari ecc.) e le imposte.
Orbene, a tutt’oggi, volendo fare un bilancio che segni lo stato del processo di liberalizzazione, va registrato un dato fondamentale: ad ostacolare la mobilità dei clienti – consumatori sono soprattutto le differenziazioni davvero minime tra le offerte, sotto il profilo delle tariffe e della qualità del servizio offerto.
Ciò spiega il sentimento diffuso di giustificata diffidenza, serbato dagli utenti nei confronti dei gestori dell’energia.
Ma, ad allarmare non poco sono soprattutto alcuni comportamenti scorretti già posti all’attenzione delle Autorità Garanti e dalle stesse alquanto prontamente censurati.
Giova effettuare una necessaria premessa.
L’attività di vendita dell’energia è, oggi, libera e, pertanto, chiunque può operare nel mercato dell’energia elettrica in qualità di venditore.
E’ importante, però, sapere che ci sono: le società di vendita che operano solo sul mercato libero e che fanno offerte commerciali; le società che operano sia sul mercato libero che per il cosiddetto servizio di maggior tutela, che fanno offerte commerciali ma possono anche applicare le condizioni fissate dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas.
Il consumatore può infatti scegliere di non cambiare contratto (si tratta, infatti, di una scelta volontaria, non obbligata) e di mantenere ancora la fornitura alle condizioni fissate dall’Autorità, optando così per il “servizio di maggior tutela”, disponibile solo per le famiglie e le piccole imprese.
Alla stregua di tali considerazioni, appare, dunque, evidente che assume connotati di preminente rilievo la corretta identificazione del soggetto con cui il consumatore si relaziona.
A questo scopo l’Autorità per l’energia ha dettato norme precise per aiutare i consumatori a non confondersi, chiedendo alle imprese di inserire specifici messaggi nei loro servizi di call center e di indicare sui contratti e sulle bollette se si riferiscono al servizio di maggior tutela o al mercato libero, distinguendo tra imprese di vendita che operano sul mercato libero e quelle di maggior tutela.
A fronte di ciò deve inquadrarsi la grave lesione dei diritti subita dai consumatori per effetto di comportamenti posti in essere dall’Enel, in maniera apertamente confliggente con gli imperativi di chiarezza e trasparenza di cui si è fin qui discorso.
Non poco risalto ha difatti avuto sugli organi di stampa la notizia che l’Antitrust ha avviato un procedimento per pratiche commerciali scorrette nei confronti di quattro società del gruppo Enel (Enel spa, Enel Energia, Enel distribuzione ed Enel servizio elettrico).
Le denunce dei consumatori hanno trovato riscontro nella decisione adottata dall’Autorità garante della correttezza e del mercato, che ha ritenuto gravemente distorsivo del regime di pari concorrenzialità il fatto che molti consumatori siano stati spostati “senza assenso” dalla società del gruppo Enel che opera in regime di maggior tutela, con prezzi, come sopra riferito, stabiliti dall’Autorità per l’energia, al fornitore del gruppo che opera invece sul mercato libero, con prezzi non regolamentati.
L’Autorità ha reso noto che, nelle varie denunce presentate, i consumatori hanno contestato all’Enel Energia, che opera nel mercato libero, l’attivazione di forniture di energia elettrica o di gas in realtà mai richieste.
Accanto a tali profili, oltretutto, va ravvisata la possibile ingannevolezza di messaggi pubblicitari ingeneranti confusione sulla fornitura, essendosi verificato che l’utente sia stato indotto a passare ad Enel Energia senza che fosse specificato che la società applica prezzi non regolamentati, a differenza della società del gruppo che ha prezzi stabiliti dall’Autorità.
Sugli organi di stampa è stata così diffusa la notizia secondo cui per evitare l’adozione di misure cautelari da parte dell’Autorità, l’Enel ha sospeso l’invio di fatture ed ogni attività di recupero di corrispettivi nei confronti dei clienti che hanno presentato reclamo.
Il Garante ha, altresì precisato che per quanti hanno denunciato tali pregiudizievoli evenienze, dal primo maggio sarà ripristinato il servizio di maggior tutela.
La sicura rilevanza degli interessi coinvolti induce a ritenere di prossima verificazione iniziative legali volte a tutelare attivamente gli interessi dei consumatori, tanto in ordine alla riparazione di verosimili danni ingiusti patiti per effetto di comportamenti anticoncorrenziali dei gestori dell’energia elettrica, quanto in merito all’inibitoria di condotte non allineate agli standards di correttezza e trasparenza, rigorosamente sanciti dalla normativa vigente, sia interna che comunitaria, per la migliore tutela dei consumatori.
Al riguardo, giova considerare che provvedimenti in tal senso sono stati già adottati.
Infatti, dal 22 marzo è stato provvisoriamente sospeso il canale di vendita telefonico residenziale per permettere una ridefinizione delle informazioni standard che gli operatori devono dare, con particolare riferimento alla identità di Enel Energia quale società che opera nel mercato libero.
Avv. Gilda Zarrella
Avvocato del foro di Avellino
bolettaenergetica chiedo gentilmente di sapere il motivo per il quale da circa 4 mesi non mi viene la boletta da pagare vorrei,inoltre sapere se sono vostro cliente.corteseme desidero avere al piu presto risposta sul sito sopra indicato.grazie