La vergogna degli Ospedali psichiatrici “Condizioni disumane per gli internati”
Le lenzuola sporche, i muri scrostati dall’umidità, la muffa, i materassi accatastati, gli uomini, soprattutto, lasciati senza cure e costretti in condizioni disumane. Sono i fotogrammi della realtà dimenticata che si cela oltre i cancelli degli ospedali psichiatrici giudiziari (opg) italiani, i luoghi in cui gli internati sono condannati a scontare una sorta di ergastolo bianco. Qui la malattia mentale è ancora uno stigma, una ferita da nascondere alla società. Eppure, oltre agli autori di crimini efferati, negli Opg italiani c’è anche chi è finito dentro 25 anni fa per essersi travestito da donna e aver spaventato i bambini di una scuola.
A fare il punto sulla situazione in cui versano gli Opg è la Commissione d’inchiesta del Senato sull’efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino, che ha presentato oggi un documentario che racconta la vita dietro le sbarre. Dall’indagine condotta sugli ospedali di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), Aversa (Ce), Napoli, Montelupo Fiorentino (Fi), Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere, emerge un quadro chiaro: in queste strutture che avrebbero dovuto sostituire i manicomi criminali, in realtà, le cose non sono cambiate di molto. Il problema è che quando si entra si rischia di non uscire più. Secondo i dati della Commissione, su 376 internati dichiarati ‘dimissibili’, per ora solo 65 sono stati effettivamente rilasciati, mentre per altri 115 è stata prevista una proroga della pena. Di questi ultimi, solo cinque sono ancora internati perché ritenuti socialmente pericolosi, tutti gli altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno una famiglia che li accolga o una Asl che li possa assista. E’ come se fossero rifiutati dai “loro” territori perché mancano le risorse e, secondo la Commissione, è rimasto sulla carta l’impegno del governo di stanziare 10 milioni di euro (5 dal ministero della Salute e 5 dalla Giustizia) per agevolare l’assistenza e garantire le cure a chi può uscire e tornare alla vita.Le immagini scattate dai commissari e il documentario girato nel corso dell’inchiesta raccontano una realtà in cui non c’è rispetto per l’identità della persona, dove non viene garantito il diritto all’igiene e persino alle terapie. Le medicine non curano ma ‘contengono’, i medici, in ciascuna struttura, sono presenti solo quattro ore a settimana e devono prendersi cura anche di 300 persone. Sono gli internati stessi a raccontare il degrado o l’umiliazione di chi, ad esempio, è costretto a infilare le bottiglie d’acqua nel buco dei bagni alla turca – come è stato racocntato all’ospedale di Aversa – per farle rinfrescare d’estate o per impedire la risalita dei topi.E poi stanze da quattro che ospitano nove internati su letti a castello (proibiti in un ospedale) e uno spazio disponibile di tre metri quadrati a “malato”, in netta violazione di quanto sancito dalla Commissione europea per la prevenzione della tortura. La Commissione sta monitorando ogni settimana ogni struttura per avere notizie degli internati che dovrebbero essere stati dimessi già da mesi o anni, persone rinchiuse anche se hanno commesso un reato minore, e mai più uscite a causa delle infinite proroghe delle misure cautelari.”Raccogliere i primi dati non è stato per niente semplice – spiega il presidente della Commissione d’inchiesta, Ignazio Marino – : reticenze, diffidenze, inesattezze hanno scandito le prime settimane di lavoro soprattutto negli Opg più degradati. Ci sono, tuttavia, realtà come quella di Reggio Emilia dove gran parte dei dimissibili hanno già lasciato la struttura. Speravamo di poter fare molto e al più presto, ma abbiamo bisogno di collaborazione delle realtà sanitarie locali. Anche i territori devono acquistare consapevolezza riguardo ai diritti di queste persone: non dobbiamo tollerare degrado e condizioni di vita incompatibili con il più elementare rispetto della dignità e lesivi dei principi della nostra Costituzione”. La Commissione vorrebbe chiudere almeno tre ospedali su sei e, comunque, arrivare all’individuazione di nuove strutture a custodia ‘attenuata’ da destinare al trattamento sanitario degli ospiti. Bisogna intervenire su queste realtà, ribadisce la Commissione, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto l’Opg di Montelupo Fiorentino, dove un internato è morto per aver inalato del gas, ed Aversa, dove due agenti della polizia penitenziaria sono state poste agli arresti con l’accusa di aver abusato di un internato transessuale. “Gli ospedali psichiatrici giudiziari – afferma il senatore Michele Saccomanno, relatore di maggioranza dell’inchiesta sulla salute mentale – devono essere superati. Non possiamo più ignorare, di fronte agli ultimi fatti di cronaca e alle risultanze dell’indagine effettuata dalla Commissione d’inchiesta, le condizioni disumane e di degrado in cui vivono questi cittadini. Gli internati sono persone malate e come tali vanno curate e recuperate nel pieno rispetto della dignità umana e dei diritti costituzionalmente garantiti. Lo sforzo economico a sostegno della riabilitazione e della presa in carico di questi cittadini da parte della sanità regionale non solo è possibile, ma rappresenta un impegno concreto preso da Governo e Parlamento per cancellare questa vergogna”.
Dello stesso parere Daniele Bosone, relatore di minoranza dell’inchiesta: “È indispensabile che l’aspetto sanitario prevalga su quello carcerario: attualmente, infatti, le condizioni in cui i pazienti sono costretti a vivere costituiscono un insulto alla dignità dell’essere umano e nulla hanno a che fare con la cura delle malattie mentali. Per questo appare indifferibile una prospettiva che in tempi rapidi conduca alla chiusura degli Opg”.
OPG Signor Direttore, il tema del superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ha sempre incontrato difficoltà, perché la loro istituzione deriva dal Codice Penale e non possono essere eliminati se non lo si modifica nella tematica che riguarda l’imputabilità, la sicurezza il ricovero. Complessi iter operativi che impediscono la chiusura se non con una apposita legge. Comunque è urgente una riforma legislativa, richiamando le Istituzioni alle loro responsabilità; far svolgere le funzioni dai servizi di salute mentale: e far uscire dai OPG i "malati" curandoli nelle apposite strutture e non in quei lager. Finché non sarà superato questo "intralcio" ci saranno sempre "persone" che continueranno a ritenere utile l’internamento in OPG. La sede naturale ed immediata è il Parlamento, in quanto le Commissioni servono solo a "segnalare" e basta! E’ auspicabile un intervento, da parte del Governo e del Parlamento, urgente su questa "questione" che si ritiene prioritaria. Un cordiale saluto. Previte http://digilander.libero.it/cristianiperservire Cristiani per servire http://digilander.libero.it/cristianiperservire e-mail [email protected] Il Presidente Ospedali psichiatrici giudiziari : malgrado che la “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” Presieduta dal Senatore Ignazio Marino ne ha accertato la vergognosa situazione, continuano ad essere in vita ! Purtroppo, oggi, in Italia si continua a dare spazio al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio. Gli ospedali psichiatrici Giudiziari ( OPG ) in numero di 6, sono strutture che dopo la riforma del 1975 hanno sostituito i “manicomi criminali”, tutt’ora dipendenti dall’Amministrazione Penitenziaria e fino al giugno 2010 contenevano circa 1500 detenuti. Il 28 luglio 2011 gli OPG venivano posti agli onori della cronaca in quanto il Servizio Sanitario Nazionale ha disposto un accertamento della loro “vitalità”. ( Notizia appresa dai TG Nazionali). Domenica 20 marzo 2011 il programma RAI 3 ( speriamo non in funzione politica !) nella rubrica “Presa diretta” ha mandato in onda le terribili immagini a seguito del lavoro compiuto dalla “Commissione Parlamentare per il SSN “. La “Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale”, ( formalizzata anche ai sensi dell’art.82 della Costituzione che in campo sanitario ha lo stesso potere dell’Amministrazione Giudiziaria ) presieduta dal Senatore Ignazio Marino, è stata costituita dal Senato della Repubblica nel 2010 per conoscere la situazione in cui “dimorano” gli “internati” sottoposti alla detenzione ivi compreso i detenuti ai quali devono essere ancora accertate le infermità psichiche. Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica o squisitamente politica non risolvibili da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, ma solo di competenza delle Camere Legislative. Certo che per una Nazione che si definisce civile e democratica ammettere e considerare che la detenzione di persone la cui infermità mentale è stata riconosciuta tale – perché giudicate incapaci di intendere e volere al momento in cui hanno compiuto un reato – non dovrebbe tollerare pazienti che necessitano di cure e siano invece detenuti come qualsiasi recluso. Dall’ “Indagine Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale” del Senatore Marino condotta sui sei ospedali giudiziari localizzati in diverse parti d’Italia – dalla Sicilia alla Campania, dalla Toscana alla Lombardia, passando per l’Emilia Romagna – emerge un quadro tanto inquietante quanto quello da recepire il degrado vergognoso di queste realtà e che vengono solo ora “scoperte” dopo ben 33 anni della loro sopravvivenza, in quanto la legislazione sulla tematica mentale non ha distinto il malato mentale responsabile di atti criminosi da quelli relativamente innocui, come stabilito da Codice Rocco ( ricovero in manicomio criminale). Ma la “Commissione d’Inchiesta” del Senato della Repubblica non ha voluto fermarsi all’apparenza e così, dopo aver visitato le strutture, ha redatto un “Documento” nel quale viene evidenziato il prolungarsi dei tempi di detenzione oltre quelli programmati ( come aveva esposto e relazionato molto bene nel 2005 il “Commissario Europeo per i Diritti Umani”. Il “Documento Marino”, come al solito, non è l’ ultimo e non strettamente vincolante sulla situazione della malattia mentale in Italia, ma per gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari “ è iniziato da alcuni anni un processo di progressiva dimissione”. ( Documento conclusivo della Commissione Parlamentare di Inchiesta “Sullo stato dell’assistenza psichiatrica in Italia”. Legislatura 14° Resoconto Sommario – Senato della Repubblica n.312 del 1.2.2006). Siamo proprio stranieri nella nostra Patria o siamo forieri di notizie non vere ? Ma perché prendere in giro il popolo! Secondo quanto riportato dal “Documento” per alcune unità è stata prevista una proroga della pena, per solo 5 sono stati ritenuti socialmente pericolosi, altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno famiglia che li accolga, o un ASL che li possa assistere. ( Non è eccessivo pensare che per gli stranieri l’assistenza sanitaria è molto “positiva”, mentre per i cittadini italiani è molto “arida”.) “Gli ospedali psichiatrici giudiziari, pur ospitando e seguendo psicologicamente gli internati, sono malgrado tutto dei centri penitenziari, gestiti dall’amministrazione giudiziaria. E’ pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno, ( punto 117 del Rapporto dr.Alvaro Gil-Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995. Una “lectio schola aliquem auditum ire” ( imparare la lezione) davvero esemplare ! Le condizioni igieniche vergognose, sempre secondo quel “Documento Marino”, ritenute inammissibili, tra altre, sono in breve ad esempio, “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere sotto il water” “ affollamento in stanze ridotte” ed altre “anomalie” irripetibili seppur vere, insomma una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed è superiore a quello che avviene in questi lager, “cose!”, ripeto, conosciute da ben 33 anni, che ci fanno accapponare la pelle ri-conoscerle solo ora ! Ma dove è stata la politica e la Sanità in tutti questi anni ? Perché a seguito di tutta questa “ movimentazione”,di questo “ bailame”, di questa “visione” semipolitica, gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari continuano ad essere in vita ? Il Senatore Marino lancia un appello affinché le realtà sanitarie presenti sul territorio collaborino per permettere, a chi ne ha il diritto, di lasciare quei luoghi da incubo: “ Raccogliere i primi dati non è stato per niente semplice: reticenze, diffidenze, inesattezze hanno scandito le prime settimane di lavoro soprattutto negli Opg più degradati. Ci sono, tuttavia, realtà come quella di Reggio Emilia dove gran parte dei dimissibili hanno già lasciato la struttura. Speravamo di poter fare molto e al più presto, ma abbiamo bisogno di collaborazione delle realtà regionale e non dobbiamo tollerare degrado e condizioni di vita incompatibili con il più elementare rispetto della dignità”. Ma chi le fa le leggi-quadro ? ( Art.70 e seg.ti della Costituzione Italiana !). E’ necessario, nonché impellente, ricordare che la legge 180/1978, la famosa legge Basaglia, ha voluto abolire i “manicomi” priva del Regolamento d’Applicazione, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari “Progetti-Obiettivi di salute mentale”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati, così come la legge 833 ( che garantisce l’universalità delle cure ai malati di mente), non ha “chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto con il dettami costituzionali, contro la stessa legge, contro il Piano Sanitario 2003-2005 contro i vari Provvedimenti Legislativi e che non ha adeguato la normativa penale a quella civile per i 6 OPG. Purtroppo oggi si continua a dare ampia rilevanza al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio ed alle priorità come nel caso in esame. I malati, anche quelli in OPG, sono soli e questa situazione urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici. Il problema, al di là di condizioni etico-giuridiche-sociali riscontrate da quella “Commissione”, ha ripeto, una priorità assoluta e la Comunità Civile, le Istituzioni, TUTTE, devono uscire dal silenzio, dall’indifferenza e dal disinteresse e non smarrire il senso del bene comune. Il disinteresse è un insulto alla legalità, alla logica, all’etica civile, in quanto occorre ridare ai valori etico-sociali il loro primario significato. Occorre ridare ai singoli dignità, umanità e fiducia, esigenze fondamentali della civiltà che una “Commissione Parlamentare” per i quanti poteri possa avere, come le Assemblee Legislative i Governi passati ed il Governo Berlusconi in atto, non hanno saputo o voluto assumere le loro responsabilità ed evidenziare l’urgenza, ancora in atto oggi agosto 2011, perché ricordiamo che “i valori della vita possono essere dipendenti dalle mode e dalla politica” (Santo Padre Benedetto XVI° – Udienza Generale 17 ottobre 2007 in piazza S.Pietro ). 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