L’Abc del ddl intercettazioni in 27 voci
Niente più cimici in casa e in automobile, mentre sale a 75 giorni la durata massima di un’intercettazione, prorogabile di 3 giorni in 3 giorni in caso di imminenza di un nuovo reato o di necessità di formazione della prova. Il pubblico ministero potrà utilizzare la “microspia” solo per reati con pene superiori a 5 anni, compresi i delitti conto la pubblica amministrazione, ma dovrà essere autorizzato di volta in volta dal capo dell’ufficio, per non incorrere in multe e sanzioni disciplinari.
Il ddl intercettazioni, in arrivo alla Camera per la terza lettura, contiene anche un giro di vite sulla stampa. Gli atti delle indagini in corso potranno essere pubblicati solo per riassunto, mentre gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Attenzione però: le intercettazioni sono off limits alla stampa fino alla conclusione delle indagini, mentre per i giornalisti scatta il carcere, anche fino a 6 anni, se pubblicano intercettazioni vietate dalla legge. Saltate, invece, le disposizioni che richiedevano l’autorizzazione della Santa Sede per intercettare sacerdoti e vescovi e le norme che rendevano facoltativo l’arresto in flagranza per i reati sessuali di gruppo e a danno di minori.
Stop ai processi “show”. Le riprese tv dei dibattimenti dovranno essere autorizzate, anche senza il consenso delle parti, dal presidente della corte d’appello e se il pubblico ministero passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio o rilascia dichiarazioni pubbliche sull’inchiesta che segue viene indagato e può essere sostituito dal capo del suo ufficio. Ecco, voce per voce, tutte le novità contenute nel ddl sulle intercettazioni, composto da un solo articolo e da ben 42 commi.