L’allarme di NOI Consumatori: “Equitalia non si ferma davanti a nulla”
Un altro suicidio targato Equitalia, ieri è toccato ad un uomo di 45 anni che lascia 2 figli e la moglie. Era una brava persona, senza precedenti, un grande lavoratore. Bisogna fare di tutto per fermare queste tragedie di stato e tra poco avanti abbiamo le tasse col rischio che la gente continuerà ad uccidersi.
“Equitalia non si ferma davanti a nulla”, questo l’allarme di Noi Consumatori: “Continuano i pignoramenti e le persecuzioni Equitalia, anche con grave speculazione per tributi estinti e somma non dovute”.
“Dopo tanti anni di battaglie e cause anche il governo si accorge della vergogna Equitalia a conferma delle mie accuse e di tanti suicidi, ma solo pubblicizzando un decreto doverosamente necessario. Sul Decreto anti Equitalia manteniamo una linea critica! Oltre a doversi subito prevedere un sistema giustizia e difesa per i contribuenti, almeno deve eliminarsi anche l’ipoteca sulla prima casa perché è un ostacolo ad un potenziale finanziamento e il più grande regalo agli usurai di turno” dichiara l’avv. Pisani.
“Mentre il governo, confermando di fatto la assurdità del sistema di riscossione che ha impoverito i contribuenti, promette freni e aiuti di stato, chi pensava che Equitalia si fosse ‘ammorbidita’ resterà deluso e proprio in questi giorni sta assistendo ad un altro attacco a suon di ingiunzioni, pignoramenti, fermi amministrativi e pretese assurde”.
Tutto documentato dai dati, richieste di aiuto e report di Noi Consumatori, che tramite il suo presidente, l’Avv. Angelo Pisani, denuncia il fatto che, malgrado gli annunci, nulla è cambiato sul fronte dei pignoramenti e pretese sui conti. “Equitalia Spa – spiega Pisani- continua come un carro armato nei pignoramenti e le procedure non hanno subito alcuna sospensione anzi i contribuenti sono sempre più vittime indifese grazie ad un sistema giustizia inefficiente che protegge la riscossione privata di stato”.
L’associazione denuncia, sull’argomento Equitalia, “sono palesi vuoti legislativi, o anche soltanto applicativi, che costringono oltre ad imprenditori quasi tutti prossimi al fallimento, anche pensionati e lavoratori ad imbracarsi in complessi contenziosi per far valere i propri diritti”.