L’allerta dell’Oms: il virus h1n1 si è modificato
Il virus dell’influenza A è cambiato. E alla fine, quello che più
preoccupava gli esperti – già all’inizio di questa pandemia – è
successo veramente: il virus H1N1 è mutato. Con quali conseguenze è
ancora tutto da vedere. Accertarlo è ora compito degli scienziati, che
da mesi stanno monitorando i cambiamenti del virus dell’influenza A.
L’unica certezza, al momento, è che la Norvegia ha isolato i virus
mutati in due casi letali e in uno grave di influenza. L’annuncio è
arrivato ieri da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms),
secondo cui il nuovo virus non sarebbe molto diffuso. Gli scienziati
norvegesi, infatti, hanno analizzato campioni provenenti da altri 70
pazienti senza trovare segni della mutazione. «Questo suggerisce –
precisa l’Oms – che la mutazione non è diffusa nel Paese». Oltre alla
Norvegia, comunque, mutazioni erano state già osservate in Brasile,
Cina, Giappone, Messico, Ucraina e negli Usa. Ma che cosa ha di diverso
questo virus? «Sembrerebbe una mutazione associata a polmoniti, ma che
potrebbe conferire minore contagiosità al virus», dice Giovanni Rezza,
epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità. «Comunque – aggiunge
Rezza – c’è bisogno di maggiori approfondimenti per valutare le
implicazioni che potrebbe avere questa mutazione». Nuovo virus infatti
non significa, automaticamente, maggiore contagiosità o mortalità più
alta. Tant’è che al momento pare che il virus, anche se mutato, rimanga
sensibile all’azione degli antivirali, confermando quindi l’efficacia
del Tamiflu. Per chi invece è già stato contagiato in precedenza dal
virus H1N1 non ci dovrebbero essere motivi di preoccupazione: il
sistema immunitario dovrebbe esser in grado di fronteggiare anche
questa mutazione. Stesso discorso per il vaccino attualmente in
distribuzione. La sua capacità protettiva dovrebbe rimanere immutata.
«Gli studi – sottolinea l’Oms – mostrano che i vaccini pandemici
attualmente disponibili conferiscono protezione». E questo vale
soprattutto per quello che viene distribuito in Italia, il Focetria
della Novartis. «Il nostro vaccino – dice Fabrizio Pregliasco, virologo
dell’università degli studi di Milano – è adiuvato e, quindi, dovrebbe
essere più efficace contro il virus mutato, rispetto a quelli non
adiuvati distribuiti ad esempio in America». E a proposito di vaccini,
in Francia intanto una operatrice sanitaria incinta ha perso il suo
feto di 38 settimane due giorni dopo essersi vaccinata contro
l’influenza A con una dose di Pandemrix, dei laboratori Gsk: un vaccino
con adiuvanti, sconsigliato alle donne in gravidanza, visto che non si
conoscono gli effetti di queste sostanze sul feto. La donna ha avuto
sintomi post-vaccinali classici come febbre e mal di testa, anche se il
nesso con le contrazioni e la successiva morte del feto è da accertare.
Quanto al virus mutante, secondo l’Oms le mutazioni del virus H1N1
«sembrano verificarsi in modo sporadico e spontaneo. Finora non sono
stati trovati legami tra il piccolo numero di pazienti contagiati con
il virus mutato e la mutazione non sembra diffondersi». L’informazione
su tutti questi casi è comunque «incompleta». Resta il fatto,
sottolinea l’Oms, che diversi virus con la stessa mutazione sono stati
individuati in casi mortali e anche in alcuni casi leggeri. In
conclusione, così come ha precisato l’Oms, «il significato di tutto
questo per la salute pubblica è non chiaro». Nel frattempo, alla
notizia della mutazione del virus, in Italia sono iniziati i primi
appelli alla chiarezza. «La notizia appena rilasciata dall’Oms potrebbe
avere una possibile rilevanza clinica. È necessario che il nostro
governo chieda immediatamente dettagli clinici sui pazienti per sapere
se erano stati vaccinati oppure no», dice il senatore del Pd, Ignazio
Marino. «Sono anche necessarie – aggiunge – maggiori informazioni sul
tipo di mutazione e l’eventuale resistenza ai farmaci in modo da potere
organizzare, se necessario, una strategia sanitaria adeguata».