L’Aquila, in venticinquemila nel segno della memoria e della speranza
Sotto una pioggia,all’inizio lieve, man mano sempre più battente si è svolto nel modo più pacifico e tranquillo possibile – a dispetto di tanti catastrofisti del giorno prima e dell’ultima ora – la grandiosa manifestazione “ SOS L’AQUILA chiama ITALIA” . Presente al corteo lo staff del Pd aquilano al gran completo e raggiante per la grandiosa partecipazione che ne ha ribadito il carattere super partes. Tanti i politici, a parte l’onnipresente Giovanni Lolli deputato aquilano, Marco Pannella, Antonio Di Pietro, Franco Giordano, Paolo Ferrero, Enrico Letta, poi il Sindaco Cialente, l’Assessore Pezzopane, il Rettore dell’Università, Di Iorio ed altri dirigenti della società civile. Otto Sindaci dei Comuni del cratere (Barete, Cagnano Amiterno, Capestrano, Capitignano, Caporciano, Carapelle Calvisio e Poggio Picenze ) non hanno aderito e questo è stato motivo di polemica con i loro stessi amministrati che erano presenti e reclamavano a pieno titolo la partecipazione dei loro Primi Cittadini trattandosi di una manifestazione all’insegna dell’unità come più volte ribadito da tutti, in esclusiva difesa del Capoluogo e dei centri terremotati. Lo stesso vale e la cosa è ben più grave per le altre due istituzioni locali, la Provincia- che prima aveva aderito e nel pomeriggio ha revocato la sua partecipazione – e la Regione che erano i due illustri assenti. Un’infinità le adesioni, quindi le presenze, stimate in circa venticinquemila persone. Nel corteo primeggiavano le bandiere aquilane, gli striscioni, gli elmetti gialli, rossi e nero verdi, i Comitati Cittadini, il glorioso popolo delle carriole capeggiato dalla poetessa e docente aquilana Patrizia Tocci, delegazioni di altre città quali i NO TAV della Val di Susa, gli alluvionati di Vicenza,i rappresentanti delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio, di S. Giuliano di Puglia, i delegati della discarica di Terzigno e Boscoreale, il Pd dell’VIII Municipio del Comune di Roma che recentemente si era recato all’Aquila – con un centinaio di persone – a visitare la zona rossa e rinnovare la solidarietà ai fratelli abruzzesi, personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e tante altre organizzazioni ed associazioni. Ma, giustamente, nessuna bandiera di partito.Alla partenza del corteo inizia a piovere; le gocce confuse alle lacrime di dolore e rabbia rigano i volti di tanti partecipanti. Sotto il Ponte Belvedere alcuni srotolano uno striscione con la scritta “riprendiamoci la città” e parte un applauso. Davanti la casa dello studente tutti fanno il segno della croce in ricordo delle 309 vittime, alcuni appendono le rose alle transenne, altri recitano una preghiera. Si procede verso piazza Duomo dove si tengono i discorsi conclusivi di questa meravigliosa giornata all’insegna del ricordo e della rivendicazione del diritto di una città ad avere un futuro e la ricostruzione in termini di sicurezza e legalità. Lontana dalle cricche, dal malaffare, dagli scandali. Tanti gli interventi ed i saluti dal palco il cui denominatore comune era il sostegno all’economia, al lavoro alla ricomposizione del tessuto sociale per far ripartire la città. Tutti sanno che l’Aquila è praticamente in ginocchio e la zona rossa ferma alle 3.32 del 6 aprile 2009 nonostante le tante promesse e i proclami mai rispettati. In conclusione una splendida partecipazione popolare che si può tranquillamente riassumere nello slogan gridato all’arrivo del corteo in piazza Duomo: “Case, Lavoro e Ricostruzione: questa è la nostra rivoluzione”. E questa deve essere la vera sfida nell’indimenticabile segno della memoria e della speranza.