LATTE CONTAMINATO: IL PROBLEMA E’ PIU’ VASTO
Mi Manda RaiTre svela il contenuto di un documento inviato, alla fine di settembre, dalla Tetrapak all’Unione Europea: realizzati con la stessa tecnica di confezionamento circa 1.200 prodotti. | |
Dopo le rivelazioni della scorsa settimana, che hanno anticipato il sequestro dei prodotti Nestlè e Milupa scattato in tutta Italia, “Mi Manda RaiTre” è tornata ad occuparsi della vicenda del latte per l’infanzia contaminato dall’Itx, un prodotto chimico utilizzato nella fase di stampa dei contenitori in Tetrapak. Molte le domande rimaste in sospeso durante la prima trasmissione, molte le domande inviate nei giorni seguenti dai genitori preoccupati. Andrea Vianello ed Anna Bartolini hanno dunque ripercorso le tappe della vicenda, facendo innanzitutto chiarezza sui prodotti interessati dai decreti di sequestro firmati dal Procuratore Capo di Ascoli Piceno. Questo l’elenco completo. Per quanto riguarda i prodotti Nestlè: “Latte Mio”, “Latte Mio Cereali”, “Nidina 2” con scadenza settembre 2006 e di “Nidina 1” con scadenza maggio 2006. Per quanto riguarda i prodotti Milupa: Aptamil 1 con scadenza fino al 30 giugno 2006, Aptamil 2 con scadenza fino al 10 dicembre 2005; Aptamil Soia 2 con scadenza fino al 25 marzo 2006; Babymil con scadenza fino al 28 febbraio 2006. Ribadita da Anna Bartolini la denuncia per il ritardo con il quale sono partiti gli interventi a tutela dei consumatori. La notizia della contaminazione del latte per l’infanzia risale all’inizio di settembre, con la diffusione dell’allerta nella rete di prevenzione della Comunità europea, ma il ritiro dei prodotti da parte delle aziende, previsto dalle legge, non viene attivato e nessuno si preoccupa di farlo rispettare. Di questo si è parlato durante la trasmissione con i rappresentati del Ministero della Salute, Silvio Borrello, Direttore generale sicurezza alimenti e nutrizione, Bruno Scarpa, Dirigente della Direzione generale Sanità veterinaria e Alimenti, e con il dottor Giuseppe Zuccatelli, direttore servizio salute della Regione Marche, dalla quale è partito l’allarme. Assenti, ancora una volta, la Nestlè, che non ha accolto l’invito alla partecipazione, e la Milupa, che ha inviato un fax nel quale “ribadisce la propria fondata convinzione che non sussiste alcun reale rischio per la salute dei bambini” e dichiara, tra le altre cose, di “aver ottemperato a tutte le disposizioni impartile dalle competenti autorità, alle quali ha assicurato ampia collaborazione”. Proprio in relazione alle disposizioni impartite a tutela dei consumatori, Borrello e Scarpa hanno spiegato il mancato intervento del Ministero della Salute, ricordando che spetta alla Regioni verificare il ritiro da parte delle aziende dei prodotti inseriti nel bollettino dell’allerta comunitario e ribadendo che sulla base delle prime valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare l’Itx, la sostanza chimica trovata nel latte per l’infanzia, non risulterebbe “genotossico” e non rappresenta un rischio per la salute in considerazioni delle basse concentrazioni rilevate dalle analisi. Conclusioni non condivise dal professor Enrico Malizia, già docente di tossicologia presso l’Università La Sapienza di Roma, secondo il quale, non esistendo studi sulla tossicità alimentare a lungo termine, non si possono escludere conseguenze. Valutazione da tenere presente soprattutto se si considera che l’Itx potrebbe avere contaminato, e da lungo tempo, molti altri prodotti oltre al latte per l’infanzia. Nel corso della puntata, infatti, Andrea Vianello ha svelato i contenuti di un documento inviato dalla Tetrapak, il 23 settembre scorso, alla Direzione Generale Salute e Protezione dei Consumatori dell’Unione Europea. La Tetrapak spiega che sostanze chimiche come l’Itx vengono utilizzate da anni e da molte aziende – non solo Tetrapak – per le confezione alimentari. L’Itx, si legge nel documento di cui la redazione è entrata in possesso “è un fotoiniziattore per inchiostri essiccati ad ultravioletti (…) La stampa ad ultravioletti viene utilizzata per circa 1.200 marche diverse. Di queste soltanto 12 marche sono rappresentate da formule per neonati. (…) Gli altri prodotti specialistici comprendono dessert a base di formaggio, bevande alla soia, bevande a base di yogurt, creme ed alternative alle creme, etc” . L’allarme contaminazione è dunque destinato ad allargarsi. Dal documento emerge poi con chiarezza che di questo problema la Tetrapak stessa è consapevole solo da poco perchè solo da poco sono state messe a disposizione delle aziende tecniche di analisi in grado di rivelare il problema. Avendo scoperto il rischio di contaminazione le aziende produttrici di alimenti e la Tetrapak hanno dunque deciso di cambiare sistema di stampa. Ma mentre i prodotti per l’infanzia vengono già confezionati con il nuovo sistema, per tutti gli altri, secondo l’impegno preso da Tetrapak con l’Unione Europea, bisognerà aspettare la fine dell’anno. |