Latte contaminato, possiamo stare tranquilli?
Ecco come tutelarsi. Il latte alla melamina non dovrebbe aver varcato le frontiere italiane. Ma lo scandalo fa emergere la mancanza di garanzie anche sulle nostre tavolePubblica
Latte alla melamina, consigliano di non andare nei ristoranti cinesi: di’ la tua
La situazione in Italia, a fronte di quanto sta accadendo in Cina con la vicenda del latte contaminato da melamina, è “sotto controllo”. Il ministro del Welfare Sacconi sparge ottimismo, ma i campanelli d’allarme iniziano a suonare. La melamina, sostanza chimica normalmente utilizzata per produrre materie plastiche, aggiunta al latte per aumentarne il suo contenuto proteico e responsabile ha causato fino a oggi di 53.000 casi di infezione tra i bambini e quattro vittime.
Nel nostro Paese vige il divieto di importare il latte e suoi derivati dalla Cina, il livello di guardia è alto e i controlli dei Nas si stanno svolgendo a tappeto. Nel mirino dei Nuclei antisofisticazione dei Carabinieri, i prodotti importati illegalmente e venduti come italiani (come il pecorino spacciato per ‘natural italian cheese’) ma anche quei prodotti come “gli integratori alimentari, bevande di cereali in polvere, proteine di soia e riso, aminoacidi, salse piccanti e di soia, biscotti, dolci, cioccolata e caramelle” presenti nei mini-market cinesi, nei ristoranti o utilizzati come ingredienti per la preparazione di altri cibi.
L’intensificazione dei controlli su distributori e negozi di prodotti cinesi è inoltre giustificata dal fatto, – riporta Coldiretti – che quasi la metà dei reati di frode e sofisticazione alimentare commessi da operatori stranieri e accertati in Italia riguarda titolari di esercizi di nazionalità cinese.
Cibi taroccati provenienti dall’estero o, vale la pena ricordarlo, prodotti nostrani al cento per cento, che hanno subito contaminazioni da inquinamento (ricordate il caso della mozzarella di bufala alla diossina?) o che vengono sofisticati per motivi di lucro (come il ‘caso brunello’ e gli olii extra vergine ‘tagliati’) fanno sì che lo spettro dell’insicurezza alimentare si allunghi sulle nostre tavole.
Come tutelarsi?
Il consumatore può adottare un comportamento più accorto, che tenga conto di alcuni principi di base: prediligere i prodotti locali (possibilmente quelli a filiera corta); prestare molta attenzione alle etichette, per accertarsi della composizione e della provenienza del prodotto; comprare in negozi fidati; escludere alimenti considerati “a rischio”; dedicarsi, ove possibile, al fai da te, cucinando e realizzando personalmente le pietanze che portiamo in tavola.
“Occhio ai ristoranti cinesi”
Prestare attenzione ai ristoranti cinesi perchè “tecnicamente” questi esercizi usano “come prodotti di base quelli importati dalla Cina”. E’ l’allarme lanciato dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. I controlli dei Nas sono serrati ma “un margine di rischio indubbiamente c’è, se si pensa alle salse” che vengono servite nei ristoranti e nei take away cinesi. Più categrico Carlo Petrini di Slow Food che consiglia agli italiani: “Non andate nei ristoranti cinesi”.