Lavello, cartelle «pazze» per sei anni di tributi
pagamento di tributi per la nettezza urbana risalenti al 2006 e da
pagare in un blocco fino a coprire anche il 2011. È il regalo che
l’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Annale ha fatto alla
comunità lavellese. Le somme sono riferite alla modifica d’ufficio delle
superfici Tarsu, che il Comune di Lavello aveva avviato nel 2010
basandosi sull’opportunità fornita dalla legge finanziaria del 2004. Ma
molte, sono state le incongruenze riscontrate dalle famiglie che si sono
viste recapitare la cartella.
Facciamo un passo indietro. Ad
ottobre del 2010, era arrivato in tantissime famiglie lavellesi «un
avviso di accertamento per infedele dichiarazione della superficie ai
fini della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani». Nella
lettera era indicato l’importo da pagare, comprensivo di sanzione, ed in
cui si spiegavano le motivazioni del provvedimento. In tanti hanno
sborsato anche fino a mille, duemila euro. Ci fu pure una polemica a
livello politico, con le forze di minoranza che parlavano «di
accanimento verso i cittadini». La legge finanziaria dell’ottobre 2004,
infatti, imponeva sì ai Comuni di procedere, da gennaio 2005, alle
variazioni ai fini Tarsu, ma allo stesso tempo, prevedeva di avvisare i
cittadini dell’obbligo di presentare una dichiarazione delle superfici
delle rispettive abitazioni.
Come ammesso dallo stesso assessore
al bilancio, Antonio Catarinella, il Comune di Lavello lo aveva fatto,
ma unicamente «attraverso un manifesto in cui si avvisava la
cittadinanza che si stava per procedere alla verifica delle
dichiarazioni infedeli». Quel manifesto, in realtà, lo hanno letto in
pochi, tanto che solo una decina di persone hanno presentato
l’autodichiarazione. E quindi l’amministrazione comunale aveva
utilizzato le dichiarazioni, involontariamente errate, che erano state
utilizzate per le bollette del gas del 2009. Prendendo spunto da quelle,
il Comune ha proceduto all’applicazione delle sanzioni e degli
interessi, a conclusione dell’attività d’incrocio con i dati del
Catasto.
Nonostante le polemiche, i cittadini alla fine hanno
pagato entro il dicembre del 2010. Ma senza sapere, di essere nuovamente
«mendaci». Parlano chiaro le cartelle che in questi giorni sta inviando
la società Andreani, che riscuote per conto di Equitalia e a sua volta
per conto del Comune. Oltre al pagamento delle somme dovute e
comprensive di sanzioni, riferite agli anni 2006, 2007, 2008 e 2009,
viene richiesto di sborsare cifre, spesso ingenti, anche per il 2010 ed
il 2011. «L’invio di molte centinaia di cartelle esattoriali riguardanti
il versamento della Tarsu per il quinquennio passato – fanno sapere i
partiti dell’opposizione del centrosinistra – ha rivelato
definitivamente, nonostante il periodo di crisi economica che stanno
attraversando le nostre famiglie, la scelta allucinante che questa
maggioranza impone ai cittadini: pagare quanto richiesto, anche se
ritenuto iniquo, non giusto e non corrispondente a quanto realmente
posseduto, o presentare opposizione e costituirsi in giudizio». Secondo
le forze di minoranza «è inopportuno etichettare come evasori centinaia
di cittadini prima di ogni prova contraria».