Lavoro: Campania; Bankitalia, forte peggioramento
Un forte peggioramento della situazione occupazionale. Così in Campania l’economia ha reagito alla situazione di difficoltà che si vive in tutto il mondo. E’ quanto emerge dalla relazione sull’economia della Campania presentata oggi nella sede di Napoli della Banca d’Italia. Per la Campania le stime della Svimez delineano una riduzione del Pil a prezzi costanti pari al -5,4 per cento nel 2009, un calo ancora una volta superiore al dato italiano (-5,0 percento) e meridionale (-4,5 per cento). Sia negli anni precedenti la crisi sia durante il suo manifestarsi, la variazione del PIL campano è stata tra le più basse in confronto alle regioni europee in ritardo di sviluppo. L’ aspetto più negativo è che lo scorso anno al calo del prodotto si è associato un ulteriore, forte peggioramento della situazione occupazionale; il numero di occupati è stato inferiore di circa 70 mila unità rispetto al 2008 e di oltre100 mila rispetto al 2007, una contrazione, quest’ ultima, pari aquasi la metà di quella rilevata nel complesso delle regioni meridionali. La perdita di posti di lavoro ha colpito con particolare intensità le fasce giovanili della popolazione e i lavoratoricon minore grado di istruzione. Una quota significativa della popolazione occupata è stata impiegata con orari di lavoro e retribuzioni inferiori ai livelli dell’ anno precedente. L’ aumento del tasso di disoccupazione è stato contenuto dalla diffusione di fenomeni di scoraggiamento nella ricercaattiva di un impiego. Una misura più ampia degli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, che tenga conto anche dei lavoratori cassaintegrati e dei residenti scoraggiati, risulterebbe superiore di oltre il 50 per cento rispetto altasso di disoccupazione. Per la prima volta nel decennio il calo dell’ occupazione ha interessato tutti i comparti produttivi, risultandoparticolarmente intenso nel settore industriale; in questocomparto, che in termini di occupati pesa per il 15 per cento sull’economia regionale, risulta concentrato il 38 per cento del calo occupazionale. Tra il primo trimestre del 2009 e il primo del 201, gli indicatori qualitativi riferiti alla produzione industriale regionale avevano recuperato solo la metà della caduta registrata nei dodici mesi precedenti. La variazione del fatturato industriale, rilevata 5 dall’ indagine della Banca d’Italia su un campione di imprese campane con almeno 20 addetti, è stata del -8,8 per cento a prezzi costanti; il miglioramento previsto per il 2010 consentirebbe di recuperaremeno dei due terzi di tale calo. Gli investimenti, sensibilmente diminuiti, non sono previsti in crescita per il 2010. La reazione alle difficoltà di mercato, in termini di significative innovazioni nei prodotti, nei processi produttivie nei mercati di sbocco o in termini di acquisizione di concorrenti o fornitori, appare limitata a una quota esigua di imprese. Le aziende che negli anni precedenti la crisi avevano sperimentato almeno una di queste strategie stanno mostrando una migliore tenuta dei livelli occupazionali. Il settore delle costruzioni ha continuato a risentire della debole intonazione degli investimenti pubblici, solo in parte compensata da un maggiore dinamismo dell’ edilizia privata. Per quanto riguarda il credito bancario alle imprese ha continuato a rallentare: a dicembre del 2009 la crescita dei prestiti, corretta per le cartolarizzazioni, è stata di appenalo 0,4 per cento rispetto alla fine del 2008 e il volume delle linee di credito accordate è diminuito. In media, il differenziale tra il costo del credito a breve termine alle imprese in Campania e quello nazionale, calcolato a parità di composizione settoriale e dimensionale della struttura produttiva, è rimasto sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno (1,2 punti percentuali); a determinare tale divario contribuiscono la maggiore incertezza nella valutazione del merito creditizio delle imprese campane e i più elevati tempi di recupero dei prestiti in sofferenza. La rimozione di talune debolezze strutturali del sistema regionale dei confidi potrebbe migliorare le condizioni di accesso al credito, come avviene in altre aree del paese. Anche il credito alle famiglie ha fortemente rallentato lo scorso anno, dall’ 8,2 al 4,2 percento.